Nessuno è escluso: un disastro chiamato Milan

Gimenez

Santiago Gimenez (AC Milan) - www.goalist.it

I rossoneri non sanno più ripartire: Europa e affetto dei tifosi lontanissimi

Giugno 2024: il Milan cambia dopo anni floridi con Pioli ormai giunto al capolinea. Sulla panchina arriva Fonseca dopo la buona esperienza al Lille. Il resto è -non per fortuna- storia. I rossoneri sono caduti in un tugurio fatto di colpe, problemi e tensioni dalle quali sta diventando difficile scappare. Proprio per questo, nessuno è esente da colpe.

L’ultimo Milan targato Conçeiçao non sa più prendere i tre punti e ancor peggio sembra aver disimparato quei sani principi di gruppo che avevano caratterizzato il diavolo scudettato. Il rischio che la prossima stagione il Milan guardi dal divano la Champions è sacrosanto (a tratti meritato) e non è escluso un esodo di chi, giustamente o meno, non si riconosce più in una maglia che un tempo trasudava storia e trofei da tutti i pori.

Joao Felix
Joao Felix (AC Milan) – www.goalist.it

Ormai i tifosi si stanno disamorando. Come dare torto a chi ha visto la propria squadra passare da anni di rinascita ad una nuova probabile (così viene chiamata sui social) Banter era. A detta dei più, la rabbia più grande deriva dalla forza di questa squadra sulla carta, che non corrisponde in alcun modo alla resa sul campo. Proteste sempre più insistenti della Curva Sud che vanno contro tutti: dai giocatori sedicenti leader che paiono solo camminare, alla stagione horror che la società pare non aver neanche discusso al bordo di un tavolino la scorsa estate.

L’errore imperdonabile, sinonimo di frattura con la tifoseria, riguarda la panchina: un estate con fior fior di allenatori liberi regalava (giustamente) grandi sogni ai tifosi. Per molti, aver chiamato Fonseca, è corrisposto ad una resa senza armi in cui il finale era già scritto. Con l’arrivo di Conçeiçao le cose non sono cambiate affatto, anzi, peggiorano di giorno in giorno. La tensione è quantomai alta e la sola “garra” è piuttosto inutile laddove serve concretezza. Inoltre, la formazione non dovrebbe prevedere figli e figliastri…

Dati preoccupanti: questo Milan puo’ solo risalire

La confusione è denotata da un piccolo dato sorto dopo il disatroso recupero col Bologna di ieri sera. In 16 partite Conçeiçao ha provato 16 formazioni diverse. In tutti questi 11 sono state 5 le coppie difensive mandate in campo e per “grande ironia”, la più usata è la peggiore. Malick Thiaw e Strahinja Pavlovic sono scesi in campo 10 volte subendo ben 14 gol (una media di 0,9 punti a partita). I migliori sono stati invece Matteo Gabbia e affianco al tedesco con 8 partite giocate insieme a fronte di soli 4 gol subiti (ben 1,88 punti in media a partita). Dati forse ignorati in quel di Milanello, dove regnano sovrani termini come Grinta oppure Lavoreremo duro. Eppure i risultati di questo intenso lavoro non appaiono sul campo da molto.

In questa situazione di caos generale è legittimo che tutti a fine stagione si aspettino una rivoluzione. Sia chiaro, Conçeiçao ha portato un trofeo, è vero. Tuttavia, il campionato dice che meriterebbe a oggi lo stesso trattamento dei suoi due predecessori. Lo stesso varrebbe per chi ha programmato questa stagione con la convinzione che bastasse puro tecnicismo senza reale competenza. Ad oggi il Milan non ha un DS preparato e anche un occhio calcisticamente immaturo può notarlo.

Zlatan Ibrahimovic (Fonte_ profilo Instagram @iamzlatanibrahimovic)
Zlatan Ibrahimovic (Fonte_ profilo Instagram @iamzlatanibrahimovic)

Ormai questa stagione ha poche gioie da regala a questo Milan che appare quantomai sbiadito nei suoi colori. Rimane certo che il Milan dovrà ripartire, consapevole comunque di avere diversi giocatori che resteranno pronti a rinnovare. Altri sembrano alla fine del matrimonio, pronti ad un divorzio che se mesi fa poteva vedere cascate di tifosi strapparsi i capelli, ora, date le prestazioni, urla semplicemente che è cosa dovuta.

Tra chi va, chi resta e chi viene, i rossoneri stanno (o forse devono) toccando il fondo. Tendenzialmente da quelle zone si puo’ solo risalire. Tutto dipenderà da chi, dalla punta dell’iceberg dovrà capire se rimanere su questa nave malandata ma storica guidandola verso strade ignote, oppure lasciare il timone a mani più salde, competenti, magari gia’ un po’ intrise di quel milanismo che in Via Aldo Rossi manca da parecchio.

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