La Roma e la vittoria agli Europei, poi è finito dentro per droga | 14 mesi di carcere

Illustrazione di una persona in arresto (Pixabay FOTO) - goalist.it

Illustrazione di una persona in arresto (Pixabay FOTO) - goalist.it

Dopo aver avuto una carriera brillante, costellata da successi, è stato arrestato. Si farà molti mesi di carcere.

Ci sono stati diversi calciatori che, dopo aver vinto tutto in campo, sono finiti nei guai con la legge. È la dimostrazione che talento e successo non sempre bastano a tenere lontani i problemi.

Uno dei casi più famosi è quello di Ronaldinho, ex stella di Barcellona e Milan, che dopo una carriera gloriosa è stato arrestato in Paraguay per aver usato un passaporto falso. 

Anche Bruno, ex portiere del Flamengo, ha avuto un destino drammatico. Dopo aver vinto il campionato brasiliano, è stato condannato per il brutale omicidio della sua ex compagna. Un caso che ha scioccato il calcio sudamericano.

Ci sono poi storie di giocatori coinvolti in reati finanziari, come l’ex attaccante argentino Claudio Caniggia, accusato di frode e riciclaggio. Alla fine, alcuni si riscattano, altri restano intrappolati nei loro errori.

Dai riflettori alle ombre

C’è qualcosa di strano nelle storie di certi calciatori. Un giorno sei sotto i riflettori, a giocarti trofei e applausi, il giorno dopo ti ritrovi in un angolo buio che nessuno avrebbe mai immaginato. È successo a tanti, e Luigi Sartor è uno di quelli che ha vissuto entrambi i lati della medaglia.

Negli anni ’90 era un terzino che prometteva bene: cresciuto nella Juventus, passato per l’Inter, il Parma e la Roma. Ha persino alzato al cielo un Europeo con la Nazionale Under 21 nel 1996, mica roba da poco. Ma, a volte, il successo non è un biglietto di sola andata per la tranquillità. E così, anni dopo aver smesso di calcare i campi da gioco, Sartor è finito su giornali e telegiornali per un motivo ben diverso dal calcio: una serra di marijuana scoperta dalla Guardia di Finanza.

L'illustrazione di un paio di manette (Pixabay)
L’illustrazione di un paio di manette (Pixabay FOTO) – goalist.it

La caduta e la condanna

L’ex difensore, oggi 46enne, è stato beccato in flagranza a coltivare piante di marijuana vicino Parma, assieme a un amico. Risultato? Condanna a un anno, due mesi e 26 giorni con rito abbreviato. Non esattamente un record da festeggiare. 

Oggi è ai domiciliari, ma ha chiesto di poter fare volontariato in una comunità per ragazzi tossicodipendenti, un modo per provare a rimettersi in carreggiata. Strano destino per uno che, con il Parma, ha sollevato Coppa Uefa, Coppa Italia e Supercoppa Italiana. Dalla gloria alle difficoltà il passo è stato breve, come per tanti altri ex calciatori. Forse è la fine di un brutto capitolo, forse l’inizio di un nuovo percorso.