“Nico, serve rispetto”: Barella fatto a pezzi in allenamento | La società lo fa fuori

Barella (Inter Foto) - www.goalist.it
Ciò che è accaduto in allenamento ha spiazzato tutti, nessuno si sarebbe mai aspettato una reazione del genere. Cos’è successo?
Nel calcio, non sempre il talento basta per restare in una squadra. A volte i club decidono di “fare fuori” un giocatore per motivi tattici, economici o addirittura personali. E quando succede, il calcio diventa spietato.
Un caso famoso è quello di Mauro Icardi all’Inter. Dopo anni da capitano e bomber, il rapporto con la società si incrinò per questioni di spogliatoio e gestione contrattuale. Risultato? Fu messo ai margini e ceduto al PSG.
Anche Mesut Özil ha vissuto una situazione simile all’Arsenal. Dopo essere stato un leader tecnico della squadra, venne improvvisamente escluso dai piani del club per divergenze con la dirigenza e lasciato fuori rosa fino alla cessione.
E poi c’è Sergio Ramos, che dopo una vita al Real Madrid non ha ricevuto il rinnovo desiderato ed è stato costretto a lasciare il club tra le lacrime. Insomma, nel calcio di oggi, nessuno è davvero intoccabile.
Un talento con la testa sulle spalle
Ci sono giovani calciatori che si fanno notare per le loro giocate spettacolari, altri per la loro mentalità. Nicolò Barella aveva entrambe le cose fin da ragazzino. Un mix di talento puro e determinazione feroce, il tutto condito da una voglia matta di migliorarsi. Non si tirava mai indietro, neanche di fronte agli errori: se sbagliava, invece di abbassare la testa, si rimetteva subito in gioco per imparare. Ed è proprio questa sua attitudine che lo ha reso il giocatore che è oggi.
Uno che lo conosce bene è Daniele Conti, ex capitano del Cagliari, che ha seguito da vicino la crescita di Barella. Lo ricorda come un ragazzo con una fame incredibile, sempre pronto ad ascoltare i consigli e ad assorbire ogni insegnamento come una spugna. E qualche aneddoto raccontato da Conti spiega meglio di mille parole che tipo di giovane fosse Nicolò.
Bisogna avere rispetto
Un episodio in particolare fa sorridere. Barella, ancora giovanissimo, si presentò a un allenamento con un abbigliamento non proprio da calciatore navigato. per la precisione, si presentò con una canottiera. Conti lo guardò e gli disse senza mezzi termini: “Nico, serve rispetto” (Il calcio Racconta).
Facendogli anche capire che, solo quando sarà arrivato ad un certo livello, potrà permettersi certi “lussi”. E da quel giorno, il giovane centrocampista imparò la lezione, dimostrando che non bastava il talento, ma serviva anche rispetto per il mestiere e per chi c’era prima di lui.