Svolta totale nel Tennis: cambiano le regole | Sinner deve abituarsi al rientro
Sinner durante gli US Open del 2024 (Wikipedia Hameltion FOTO) - goalist.it
Potremmo essere testimoni di una svolta, con l’introduzione di una nuova regola e di un nuovo modo di giocare.
Il tennis sta cambiando, e non poco. Da sport tradizionale, con regole quasi intoccabili, si sta trasformando per adattarsi ai tempi. Un po’ per attirare pubblico giovane, un po’ per rendere tutto più veloce e spettacolare.
Negli ultimi anni hanno sperimentato cose come il no-let (se la palla tocca il nastro sul servizio, si gioca lo stesso), il coaching da bordo campo, e il super tie-break al posto del terzo set. E poi l’orologio sul servizio: 25 secondi, se sfori arriva il warning. Fine delle pause infinite tra un punto e l’altro.
Alcune modifiche dividono: c’è chi le ama perché “svecchiano” il gioco, e chi proprio non le sopporta, perché tolgono il fascino della lotta mentale, della gestione dei tempi, della strategia lenta. Ma la direzione ormai è chiara: più ritmo, più spettacolo, meno pause.
Vedremo se queste novità prenderanno piede anche nei tornei più importanti o resteranno confinate nei circuiti sperimentali. Di sicuro, il tennis che conoscevamo sta facendo spazio a una versione più moderna… che non tutti riconoscono, ma che è già realtà.
Il tennis che cambia… troppo?
Il tennis di oggi è lontanissimo da quello di qualche anno fa. Basta guardare una qualsiasi partita di alto livello per accorgersene: è diventato tutto più fisico, più veloce, più… violento. Colpi potentissimi, ritmi forsennati, pochissimo spazio per la tattica fine, quella che si costruiva con pazienza, scambi lunghi e variazioni continue. Ora sembra quasi una gara a chi spinge più forte.
E chi conosce bene questo sport, gente come Toni Nadal, lo zio ed ex allenatore di Rafa, queste cose le nota eccome. Intervistato da Le Monde, ha parlato senza troppi giri di parole dell’evoluzione del tennis moderno, raccontando quanto ormai sia difficile dare un consiglio davvero utile quando tutto gira intorno alla potenza. Il messaggio di fondo è chiaro: se non colpisci fortissimo, sei fuori dai giochi.
Un problema non da poco
Secondo Toni Nadal, il problema nasce da un mix di fattori: giocatori sempre più alti, più forti, e attrezzature super performanti. Il risultato? Servizi sparati come proiettili. E contro certi mostri al servizio, l’unica “strategia” rimasta a volte è sperare che sbaglino. Non proprio il massimo dello spettacolo.
Per questo Nadal ha lanciato una proposta: visto che non si può certo abbassare la rete, perché non pensare a racchette con un piatto corde più piccolo? Limitare un po’ la potenza, magari, riporterebbe in campo varietà e intelligenza tattica. Una soluzione del genere sarà fattibile in futuro?