“Gli hanno infilato una vite sintetica dentro”: intervento urgente per il campione spagnolo I Non si poteva più aspettare

Illustrazione di alcuni soccorritori e di una barella (Depositphotos)

Illustrazione di alcuni soccorritori e di una barella (Depositphotos FOTO) - goalist.it

Purtroppo, si è dovuto operare, il campione non ha potuto fare altrimenti altrimenti la situazione sarebbe peggiorata.

Gli interventi chirurgici nei calciatori non sono mai una passeggiata, soprattutto quando riguardano zone delicate come ginocchia, caviglie o anche l’inguine. Basta un’operazione sbagliata o una riabilitazione troppo affrettata per mettere a rischio un’intera carriera. Ecco perché ogni decisione viene presa con mille precauzioni.

I più frequenti sono gli interventi al crociato anteriore del ginocchio, un vero incubo per ogni giocatore: star fermi anche 6-8 mesi è la norma. Ma non scherzano nemmeno le operazioni per pubalgia, ernie o ricostruzioni ai legamenti della caviglia. Spesso si va sotto i ferri solo quando la terapia conservativa non funziona più.

I calciatori si affidano a chirurghi super specializzati, spesso con cliniche d’élite, anche all’estero. Però la parte più tosta viene dopo: la riabilitazione. Allenamenti personalizzati, fisioterapia quotidiana e test continui per evitare ricadute. La testa, poi, conta tantissimo. Tornare in campo non è solo una questione fisica.

Ogni intervento ha il suo peso anche a livello di carriera: un rientro brillante può rilanciare un giocatore, uno stop troppo lungo invece può fargli perdere il posto in squadra o compromettere trasferimenti importanti. Insomma, dietro ogni “operazione riuscita” c’è un percorso lungo e spesso invisibile.

La luce in fondo al tunnel

Quando ti giochi un Mondiale MotoGP e ti rompi una mano prima ancora che la stagione entri nel vivo… beh, il momento non è dei più tranquilli. Jorge Martin lo sa bene: dopo un inverno movimentato, con il passaggio all’Aprilia e tutta l’attenzione da “campione in carica”, si è ritrovato a fare i conti con una frattura allo scafoide. E ora, finalmente, arriva una bella notizia: il controllo medico fatto a Barcellona, alla clinica Dexeus, ha detto che l’intervento è riuscito, il recupero procede alla grande.

Nel comunicato ufficiale di Aprilia si legge che ai raggi X si vede un callo osseo bello compatto proprio nel punto della frattura. La vite sintetica, inserita per saldare lo scafoide, è perfettamente stabile e ben tollerata dal corpo, il che vuol dire che il peggio sembra essere alle spalle. Non è ancora un via libera definitivo, certo, ma è un bel passo avanti.

Jorge Martin nel 2023 (WIkipedia Simon Patterson FOTO) - goalist.it
Jorge Martin nel 2023 (WIkipedia Simon Patterson FOTO) – goalist.it

Forse ci siamo…

Se tutto va come sperano lui e il team, Martin potrebbe tornare in pista già nel weekend del 13 aprile in Qatar, sul circuito di Lusail. A confermarlo è stato lui stesso in un’intervista alla Gazzetta. Manca solo l’ok finale dei medici della MotoGP, quelli del paddock per intenderci, che dovranno fare un’ultima valutazione prima del GP.

Ma insomma, l’aria è buona. Insomma, tutto è bene quel che finisce bene, e tra poco rivedremo sulla pista il campione. Poteva essere una situazione difficile dopo che gli hanno praticamente impiantato “una vite sintetica” per permettere alla mano di guarire. E’ mancato molto a tutti, ma l’attesa ormai è quasi finita, e ne vedremo delle belle.