Atalanta (Atalanta BC Foto) - www.goalist.it
Fino a poche settimane fa, l’aria che si respirava attorno all’Atalanta era carica di un’elettricità palpabile, alimentata da prestazioni di grande intensità che aveva proiettato la squadra di Gian Piero Gasperini tra le serie candidate per la lotta scudetto. La potenziale sfida scudetto contro l’Inter, pur rappresentando un banco di prova cruciale, era vista come un’occasione per misurare le reali ambizioni tricolori, un momento per lanciare un segnale forte al resto del campionato.
Le aspettative erano alte, fondate su un collettivo rodato, un attacco prolifico e una difesa arcigna, caratteristiche che avevano permesso all’Atalanta di inanellare risultati positivi e di issarsi nelle zone nobili della classifica. Il gioco propositivo e la mentalità vincente instillata da Gasperini avevano fatto sognare i tifosi, alimentando la speranza di poter competere fino alla fine per il titolo.
Tuttavia, il campo ha emesso un verdetto severo nelle ultime tre uscite, a partire dalla potenziale sfida scudetto contro l’Inter. La sconfitta contro i nerazzurri (0-2), pur lasciando l’amaro in bocca, poteva essere interpretata come un passo falso contro la capolista. Ma le successive battute d’arresto hanno assunto un significato ben più allarmante. Prima è arrivato il ko di misura contro la Fiorentina (1-0) in trasferta, seguito dalla sorprendente sconfitta casalinga con la Lazio (0-1). Tre stop consecutivi che tracciano una preoccupante inversione di tendenza. In un lasso di tempo sorprendentemente breve, il brillante cammino dell’Atalanta ha subito una brusca frenata, lasciando dietro di sé interrogativi e timori.
Se prima si guardava con ambizione alla vetta, ora lo sguardo si fa più circospetto, rivolto alla difesa di quella preziosa zona Champions League che sembrava un obiettivo ampiamente alla portata. La striscia negativa ha infatti compresso la classifica, avvicinando le inseguitrici e mettendo a serio rischio la partecipazione alla prossima edizione della massima competizione europea. Attualmente al terzo posto con 58 punti, il margine sulle dirette concorrenti si è assottigliato pericolosamente.
La sterilità offensiva, con zero gol all’attivo nelle ultime tre partite, è un campanello d’allarme significativo. L’assenza di reti segnate nelle ultime 270 minuti di gioco evidenzia un blocco inatteso per un reparto che aveva abituato a ben altre medie realizzative. L’intensità, elemento fondamentale nel gioco di Gasperini, ha subito un importante flessione, e la pressione di dover invertire la rotta si fa sentire. Le prossime partite diventano quindi cruciali a partite da un Bologna che è reduce da 5 vittorie ed 1 pareggio, sarà un banco di prova per capire se l’Atalanta ha la forza mentale e la qualità per superare questo momento di difficoltà e riconquistare quella marcia che l’aveva portata a sognare in grande.
Un altro piazzamento in Champions League rappresenterebbe un ulteriore traguardo significativo per la Dea, forse l’ultimo tassello di un ciclo straordinario guidato da Gian Piero Gasperini, dato che il suo addio al termine della stagione appare ormai un epilogo quasi certo. Nelle sue ultime interviste, il tecnico piemontese è stato particolarmente esplicito riguardo alla sua decisione di non rinnovare il contratto in scadenza, lasciando intendere chiaramente la fine di un’era. Non ha inoltre perso occasione per esprimere pubblicamente il suo disappunto per un mercato invernale giudicato non all’altezza delle ambizioni di una squadra che, fino a poco tempo fa, era in lotta su tutti i fronti. Le sue critiche velate, ma incisive, hanno spesso sottolineato la mancanza di investimenti mirati per rinforzare una rosa che, a suo dire, avrebbe necessitato di innesti di qualità per competere ai massimi livelli sia in campionato che nelle coppe. Questo scenario aggiunge un ulteriore elemento di pressione sulla squadra, chiamata a onorare al meglio le ultime partite sotto la guida di un allenatore che ha fatto la storia del club.
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