“E’ una ingiustizia” l’Ex Milan perde le staffe e lo dice a voce alta I “Colpiscono solo me”

Illustrazione di una persona arrabbiata (Pexels FOTO) - goalist.it
Sono situazioni queste che hanno coinvolto l’ex Milan, e alcune volte è difficile uscirne indenni. Cos’è successo?
Il calcio è uno sport meraviglioso, ma diciamolo: di ingiustizie è pieno. Non serve andare troppo lontano, basta pensare agli errori arbitrali clamorosi che, a volte, cambiano il destino di una partita o addirittura di un campionato.
Poi ci sono quelle ingiustizie più “silenziose”, tipo i club ricchi che possono permettersi tutto e quelli piccoli che arrancano, pur facendo miracoli. A volte il talento non basta, serve avere dietro soldi, potere e conoscenze giuste.
Anche i giocatori non sono tutti trattati allo stesso modo. Se hai un nome famoso, magari certe cose ti vengono perdonate. Se sei uno sconosciuto, basta una piccola caduta per ritrovarti a terra, senza nessuno che ti dia una mano.
Alla fine, il calcio è lo specchio della vita: non sempre vince il più bravo o il più onesto. Però, proprio per questo, ogni tanto vedere una “favola” che si realizza, tipo una squadra outsider che alza un trofeo, ti fa ancora credere che qualcosa di bello può succedere.
Una situazione difficile
Paulo Fonseca, si sa, non è uno che si tira indietro quando deve dire quello che pensa. E in questo periodo non se la sta passando proprio benissimo. Da una parte, ha la sfida grossa in Europa League contro il Manchester United. Dall’altra, si porta dietro una squalifica pesantissima in campionato, roba che ti taglia le gambe solo a pensarci. Nove mesi fuori dalla panchina della Ligue 1. Una roba che, detta così, sembra una punizione da film.
Eppure, Fonseca non ha mollato. Anzi, anche mentre scontava la squalifica, è riuscito comunque a dare indicazioni ai suoi, a farsi sentire. Non proprio facile, ma chi lo conosce sa che è uno tosto. E adesso, tra una partita e l’altra, ha trovato pure il tempo di raccontare al Guardian il suo punto di vista su tutta questa storia.

Dura da digerire
Fonseca è stato chiaro come non mai. Secondo lui, la maxi squalifica non è solo per quello che ha fatto, cioè urlare in faccia all’arbitro dopo una partita vinta contro il Brest. Insomma, lo hanno preso un po’ come capro espiatorio, come afferma lui stesso nell’intervista.
E lui lo ammette pure, che si è comportato male, mica lo nega. Però sottolinea che non ha fatto gesti violenti, non ha messo le mani addosso a nessuno. E quello che proprio non riesce a mandar giù è che in altri campionati situazioni simili si risolvono con una multa o una squalifica più leggera.