De Gea e Kean trascinano la Fiorentina in semifinale. Attenzione alla tenuta fisica. In difesa…

Kean e De Gea

Kean e De Gea (ACF Fiorentina) - www.goalist.it

Obiettivo raggiunto

La Fiorentina approda alle semifinali di Conference League, ma la sfida di ritorno contro il Celje al “Franchi” lascia un retrogusto agrodolce. Forte del successo per 2-1 ottenuto in Slovenia, la squadra viola, schierata con la formazione titolare, non è riuscita ad avere la meglio sugli avversari, impattando per 2-2 in una gara combattuta e a tratti sorprendente. Nonostante il pareggio casalingo, il risultato complessivo ha comunque garantito ai gigliati l’accesso al penultimo atto della competizione europea, un traguardo importante ma raggiunto con qualche ombra da analizzare.

Terza semifinale consecutiva

Nonostante la mancata vittoria al “Franchi”, l’aspetto indubbiamente positivo della serata rimane il raggiungimento della semifinale di Conference League. Questo traguardo, pur rappresentando un obiettivo minimo considerato il percorso affrontato finora, assume comunque valore per la continuità europea della Fiorentina, giunta alla sua terza semifinale consecutiva. Il passaggio del turno, seppur con qualche difficoltà, ha generato una soddisfazione misurata nell’ambiente viola, ora concentrato sulle prossime sfide per raggiungere ancora una volta la finalissima della competizione.

De Gea e Kean

Il quarto di finale con il Celje lascia in eredità alcuni spunti di riflessione per la Fiorentina. Se da un lato il talento di David De Gea tra i pali e la concretezza di Moise Kean in attacco sono stati determinanti nel superare il Celje, dall’altro emerge una potenziale dipendenza dalle loro prestazioni. In vista della semifinale contro il Betis, la Fiorentina dovrà interrogarsi su come esprimere un gioco corale più efficace per non fare eccessivo affidamento sulle individualità.

Tenuta difensiva

Un altro aspetto che la doppia sfida con il Celje ha messo in evidenza riguarda la tenuta difensiva della Fiorentina. I due gol subiti al “Franchi”, sommati a quello incassato nella gara d’andata, destano qualche preoccupazione, soprattutto considerando l’assetto a tre con cui la squadra è scesa in campo: Pongračić, Ranieri e Comuzzo. L’assenza forzata di Pablo Marí, non presente nella lista per la Conference League, si è fatta sentire. Il difensore spagnolo ha dimostrato in diverse occasioni di essere un elemento chiave nella gestione della difesa a tre, apportando esperienza, leadership e solidità. La sua mancanza, soprattutto in vista di avversari più quotati come il Betis, potrebbe rappresentare una fragilità da non sottovalutare. La necessità di trovare maggiore solidità difensiva diventa quindi un imperativo per affrontare con più serenità il prossimo, impegnativo, turno europeo. La difesa a 3 è davvero l’unica soluzione con questi giocatori disponibili per Palladino?

Centrocampo in cerca di idee

Se da un lato la conferma di Mandragora come uomo gol anche in Europa, dopo la rete decisiva con il Panathinaikos, rappresenta una nota positiva per il centrocampo viola, dall’altro emergono alcune considerazioni. La prestazione di Fagioli è apparsa meno brillante del solito, condizionata ancora dalla rinnovata attenzione mediatica sul suo coinvolgimento nel caso scommesse. Nonostante abbia già scontato la sua squalifica sportiva, la recente risonanza delle divulgazioni di intercettazioni da parte della giustizia ordinaria potrebbe aver influito sulla sua serenità in campo nelle ultime 2 prestazioni. Anche Cataldi sembra accusare un calo fisico, mostrando segni di stanchezza che potrebbero richiedere un’alternativa. In generale, la mediana viola necessita di maggiore qualità e dinamismo per affrontare al meglio le prossime sfide (Adli potrebbe essere una soluzione?). In questo senso, il potenziale rientro di Gosens, apparso in campo a tre settimane dal suo infortunio, rappresenta una speranza concreta per aggiungere freschezza e qualità alla fascia sinistra. Allo stesso modo, sarà cruciale monitorare la tenuta mentale di Dodô, al centro di voci di mercato a seguito del suo standby sul rinnovo. Infine, ci si aspetta un deciso cambio di passo da Gudmundsson, chiamato ad alzare il proprio livello di gioco al fianco di Moise Kean per garantire maggiore concretezza offensiva alla squadra.

Conclusioni

La qualificazione è arrivata, e questo è ciò che conta. Tuttavia, la Fiorentina dovrà analizzare attentamente le difficoltà incontrate contro il Celje per affrontare al meglio la semifinale con il Betis. La dipendenza da alcune individualità, le incertezze difensive e un centrocampo in cerca di maggiore solidità sono aspetti che dovranno essere migliorati per continuare a sognare di arrivare per la terza consecutiva alla finale europea.