“Dovrò mettermi una protesi totale” dramma per lo juventino, ginocchia e menischi devastati I “Neanche i chirurghi si spiegano come faccio a camminare”

Illustrazione di una persona con una protesi (Pexels FOTO) - goalist.it
Purtroppo lo juventino non si trova nelle condizioni migliori, e dovrà affrontare un lungo calvario. Scopri cos’è successo!
Nel mondo del calcio, dove il fisico è tutto, sentire parlare di protesi può sembrare strano. Ma ci sono storie di giocatori che, dopo gravi infortuni o malattie, hanno dovuto dire addio alla carriera e affrontare interventi radicali, come l’amputazione di una gamba e l’inserimento di una protesi.
Non sono casi comuni, per fortuna, ma esistono. Uno dei più noti è Fabrice Muamba, anche se lui si fermò per problemi cardiaci. Più recentemente, ci sono stati atleti dilettanti o semiprofessionisti che, dopo incidenti stradali o complicanze post-operatorie, hanno scelto di continuare a vivere lo sport con una protesi.
Alcuni riescono addirittura a tornare in campo, magari in contesti diversi, come il calcio paralimpico. E lì, quello che conta non è più solo la tecnica o la corsa, ma il cuore, la determinazione, la voglia di non mollare.
Sono storie dure ma anche incredibilmente ispiranti. Ti fanno pensare a quanto possiamo essere forti, anche quando la vita ci mette davanti a qualcosa di enorme. E ti rendi conto che, a volte, la vera vittoria è solo rialzarsi.
Il corpo ti presenta il conto… prima o poi
Chi ha giocato a calcio, anche solo nel campetto sotto casa, lo sa: le ginocchia prima o poi ti mandano il conto. Figuriamoci chi l’ha fatto per mestiere, a livelli altissimi, per anni. Gli allenamenti, le partite, i colpi presi, le torsioni, le cadute… tutto accumulato lì, sulle articolazioni che devono sorreggere tutto. E a volte, quando arriva il momento della “pensione” dal campo, ecco che iniziano i dolori veri.
È proprio quello che sta vivendo Gianluca Zambrotta, uno che ha vinto un Mondiale nel 2006, ha giocato con Juve, Milan, Barcellona… insomma, uno che ha visto e fatto tutto nel calcio. Ora ha 48 anni e convive con un problema tosto: il genu varum, cioè quella condizione in cui le gambe diventano “a parentesi”, arcuate. E il suo caso è davvero serio: ha già subito tre interventi ai menischi interni e ora non ne ha più nemmeno uno, in nessuna delle due ginocchia. E nel podcast Bsmt ha raccontato un po’ la situazione.
Una situazione difficile
Zambrotta, come tanti ex campioni, si ritrova ad affrontare un avversario nuovo: il proprio corpo che non tiene più il ritmo. Ma non si lamenta, anzi, lo racconta con lucidità e anche un pizzico di ironia. Dice chiaramente che sa che un giorno dovrà mettere una protesi, ma intanto prova a posticipare quel momento il più possibile. Non è uno che si arrende facilmente, e si vede.
La sua storia fa riflettere, perché ci mostra un lato del calcio che spesso non si vede: quello delle cicatrici che restano dopo che le luci dello stadio si spengono. Ma anche in questo, Zambrotta è un esempio. Ora dovrà fare un’osteotomia, e non sarà una passeggiata!