“E’ finita, mi ritiro”: annuncio a sorpresa dal campione d’Italia I “Sono molto stanco”

Illustrazione di un calcio d'angolo (Pixabay FOTO) - goalist.it
Forse la sua avventura nel mondo del calcio finisce qui. Purtroppo sono tante le motivazioni, soprattutto a livello fisico.
Quando un calciatore annuncia il ritiro, è sempre un colpo al cuore per i tifosi. Anche se magari te lo aspetti, anche se gli anni passano, fa sempre un certo effetto sentirlo dire: “È arrivato il momento di smettere”.
C’è chi lo fa in lacrime, davanti alle telecamere, e chi sceglie un post sui social, semplice e diretto. In ogni caso, è un momento carico di emozione. È come chiudere un libro che ti ha fatto compagnia per anni.
Spesso, dietro quella scelta ci sono mille motivi: il fisico che non regge più, la voglia che cala, oppure la consapevolezza di aver dato tutto. E alcuni, dopo l’annuncio, trovano subito una nuova strada: allenatori, dirigenti, opinionisti…
Ma la verità è che per tanti il calcio resta dentro, anche se non scendono più in campo. Perché quando hai vissuto di pallone, il ritiro non è una fine. È solo un altro modo di restare nel gioco.
Una dichiarazione forte
Nel calcio, come nella vita, arriva quel momento in cui inizi a guardarti dentro e chiederti: “Sto ancora bene qui? Ho ancora voglia?”. Non è facile per nessuno, figurarsi per un calciatore che vive di adrenalina, di stadi pieni, di applausi e fatiche. A un certo punto, però, qualcosa cambia. Il fisico manda qualche segnale strano, la testa inizia a rallentare. E allora, anche se sei ancora competitivo, inizi a pensare che forse è tempo di chiudere il sipario.
Henrikh Mkhitaryan, uno che ha girato mezza Europa e ha fatto bene un po’ ovunque, ha detto qualcosa che ha spiazzato parecchi: “Potrei smettere a fine anno” (Fonte: Corriere dello Sport). Non è ancora deciso, ci sta riflettendo, ma l’idea c’è. Nessun dramma, solo sincerità.
Cosa succederà ora?
La verità è che smettere di giocare non significa sparire dal calcio. Anzi, per molti è solo un cambio di prospettiva. Cambi le scarpe coi tacchetti con una lavagna tattica, oppure con un microfono, o magari con una scrivania da dirigente. Ma se hai amato questo sport davvero, difficilmente te ne vai del tutto. È un po’ come chi lascia casa, ma tiene le chiavi in tasca, nel caso volesse tornare.
Nel caso di Mkhitaryan, con tutta l’esperienza che ha sulle spalle tra Roma, Manchester, Dortmund, nazionale armena e ora Inter le possibilità sono tantissime. Potrebbe fare l’allenatore, un dirigente, o chissà, magari anche il mentore per i giovani. La testa c’è, la visione pure, ma le partite stancano molto. Vediamo cosa accadrà alla fine della stagione!