“Ho un campo in oratorio: se venite a messa, ve lo concedo”: pure un PAPA gioca a calcio I Le origini di Francesco dietro a un pallone

Papa Francesco assieme a Maradona (LaPresse FOTO) - goalist.it
Papa Francesco è stato un grande appassionato di calcio, e sono stati davvero tanti i calciatori da lui incontrati, e non solo!
Papa Francesco è stato uno di quei pochi uomini di Chiesa capaci di parlare al mondo con il linguaggio della strada. E tra quei linguaggi, il calcio era sicuramente uno dei suoi preferiti. Da buon argentino, tifava San Lorenzo con il cuore. Lo seguiva fin da ragazzo, andava allo stadio, si emozionava. Quel tipo di passione genuina che ti resta addosso per tutta la vita.
Anche da Papa, il pallone non l’aveva mai messo da parte. Anzi, lo usava spesso come esempio per parlare di vita, rispetto, gioco di squadra. Diceva che il calcio, se vissuto con spirito pulito, poteva insegnare tanto. Un po’ come una piccola scuola di valori. Era il suo modo di avvicinare le persone, soprattutto i giovani, parlando di qualcosa che conoscevano e amavano.
Nel corso del suo pontificato aveva incontrato tantissimi calciatori – Messi, Buffon, Maradona… – ma non lo faceva per il glamour. Parlava loro da uomo a uomo, spesso lanciando messaggi importanti: contro la corruzione nello sport, contro il razzismo, contro la violenza. Credeva che il calcio potesse essere un veicolo di pace, se vissuto con spirito giusto.
Ora che non c’è più, quella sua voce manca. E in qualche modo, anche il calcio ha perso un tifoso speciale. Uno che non guardava solo la partita, ma tutto quello che ci stava intorno. E che sapeva, con poche parole, ricordarci che il gioco più bello del mondo può insegnarci anche a essere persone migliori.
Un Papa con la sciarpa al collo
Papa Francesco non era uno di quei personaggi distanti anni luce dalle cose semplici della vita. Anzi, una delle sue qualità più belle era proprio il fatto che, pur essendo diventato una delle figure più importanti al mondo, non aveva mai smesso di essere… uno di noi.
E tra le tante cose che lo rendevano così umano, c’era anche lo sport. Sì, perché lui non era solo il Papa dei discorsi profondi e dei gesti forti: era pure il tifoso con la sciarpa del San Lorenzo al collo, quello che sorrideva parlando di una partita come se fosse una chiacchiera tra amici al bar.
Il tifoso numero uno
Francesco era un tifoso dichiarato del San Lorenzo, una passione che gli aveva trasmesso suo padre. Ma non c’era solo il pallone. Da giovane, Bergoglio giocava anche a basket e ogni tanto faceva il portiere. Amava il tennis, che vedeva come una forma di dialogo, e parlava con grande stima del rugby,
E poi c’era tutto il discorso sullo sport come metafora della vita. Come raccontato dalla Gazzetta dello Sport, per lui era un modo per insegnare e vivere valori come l’impegno, la lealtà, l’inclusione, il sacrificio. Diceva che nello sport ci si rialza sempre dopo una caduta. Come nella vita, appunto.