Vi devo tutto”: il crollo in lacrime è senza precedenti I Il talento italiano non si monta la testa: “Ora il diploma”
Illustrazione di un diploma (Pixabay FOTO) - goalist.it
Senza di loro, forse, non avrebbe mai raggiunto questi risultati. Ma non sembra volersi montare la testa, anzi.
Nel calcio, nessuno arriva in alto da solo. Dietro ogni campione c’è quasi sempre qualcuno che ci ha creduto prima di tutti: un allenatore, un dirigente, magari un genitore o un amico che ha fatto da spalla nei momenti difficili. È pieno di storie così, di carriere che non sarebbero mai decollate senza un piccolo grande aiuto.
Pensa a Cristiano Ronaldo e a Sir Alex Ferguson: è stato lui a crederci davvero, a proteggerlo, a insegnargli cosa significava essere un professionista. O a Messi, che deve tantissimo al Barcellona e a chi, in Argentina, ha insistito per mandarlo in Spagna quando era solo un ragazzino fragile ma pieno di talento.
Anche Kvaratskhelia, oggi star del Napoli, ha sempre parlato con gratitudine di chi gli ha dato fiducia quando ancora nessuno sapeva pronunciare il suo nome. E ci sono allenatori come Gasperini che hanno lanciato un sacco di giovani credendo in loro più di quanto facessero loro stessi.
Alla fine, dietro ogni fuoriclasse c’è sempre qualcuno che ha acceso la miccia. E questo, secondo me, è una delle cose più belle del calcio: non è solo talento e numeri, è anche fiducia, relazioni e storie condivise.
Non si è mai da soli
Nel mondo dello sport, e in particolare in quelli individuali come il nuoto, si pensa spesso che l’atleta sia l’unico protagonista. Ma in realtà, dietro a ogni medaglia, a ogni record, c’è un intero piccolo mondo che lo sostiene. Allenatori, fisioterapisti, amici, ma soprattutto famiglia. Sono loro, spesso, che fanno la differenza quando tutto è ancora da costruire.
E quando poi arriva il momento di brillare, sono ancora lì. In silenzio o in tribuna, a incrociare le dita, ad applaudire o semplicemente a guardare con occhi lucidi. Ed è lì che si capisce che, anche se la vittoria è tua, un pezzo è anche loro. Anche nel mondo della piscina.
Record su record
Sara Curtis, per dire, è una di quelle ragazze che in piscina ci sa stare, eccome. Agli Assoluti di Riccione ha fatto una cosa pazzesca: ha battuto due volte il suo stesso record nei 50 stile libero, e in finale ha fermato il tempo a 24″43. (Fonte: corriere dello Sport). Una roba da far venire i brividi, se ami il nuoto. Ma il momento più toccante non è stato il tempo sul tabellone.
È stato quello che è venuto dopo: lei, ancora con gli occhialini sul viso, guarda verso bordo vasca e dedica tutto ai suoi genitori. “A loro devo tutto”, ha detto, con la voce rotta dall’emozione (Fonte: Corriere dello Sport). E i genitori? Si sono abbracciati, commossi, stretti forte come se in quel momento fosse scattato qualcosa che vale più di qualsiasi crono.