Il Lecce scende in campo per Graziano Fiorita: la protesta e la partita dei “valori calpestati”

Karlsson dopo il rigore in Atalanta-Lecce 1-1 (Lega Serie A foto) - www.goalist.it

Karlsson dopo il rigore in Atalanta-Lecce 1-1 (Lega Serie A foto) - www.goalist.it

La scelta di far disputare Atalanta-Lecce subito dopo la tragedia di Graziano Fiorita accende il dibattito sul rispetto umano nello sport

Non doveva essere una serata normale. Atalanta-Lecce è andata in scena in un clima surreale, poche ore dopo la tragica scomparsa di Graziano Fiorita, storico fisioterapista del club salentino. Nonostante il dolore, dopo la forte presa di posizione della Lega Serie A, la squadra ha scelto di scendere in campo, ma ha voluto mandare un messaggio forte: il rispetto per la dignità delle persone deve prevalere sulla logica dei calendari.

Il comunicato del Lecce, amaro e diretto, ha accusato la Lega Serie A di insensibilità, sottolineando come in passato altri episodi dolorosi siano stati gestiti con maggiore attenzione. “Emerge una gerarchia della morte basata sul blasone delle società”, si legge nel testo diffuso poche ore prima del match. Il Lecce si è così sentito costretto a giocare, ma senza i propri colori: solo una maglia bianca, anonima, con la scritta simbolica “Nessun valore, nessun colore”.

La scelta della squadra giallorossa è stata potente e toccante. Prima del fischio d’inizio, i giocatori si sono abbracciati mostrando una maglia dedicata a Graziano. L’intero stadio ha tributato un lungo applauso, mentre anche l’Atalanta, con Marten De Roon in prima fila, ha omaggiato Fiorita posando una corona di fiori. Al 15‘, la Curva Nord ha esposto due striscioni: uno per la famiglia Fiorita, l’altro contro la Lega.

In campo, il Lecce ha lottato con dignità, trovando il vantaggio con Karlsson su rigore e resistendo agli assalti bergamaschi fino al pareggio di Retegui. Il risultato finale, un 1-1, è passato quasi in secondo piano. La vera vittoria dei salentini è stata quella morale: un esempio di coraggio, rispetto e valori che nel calcio spesso si perdono tra le piaghe degli interessi.

Lecce, la protesta continua: silenzio stampa e rischio multa

La protesta non si è fermata al triplice fischio. Dopo la gara, il Lecce ha scelto il silenzio stampa: nessun tesserato ha parlato a DAZN o SKY, in aperta polemica contro la gestione dell’evento. Una scelta che comporterà inevitabilmente una multa, secondo il Codice di Giustizia Sportiva, ma che il club accetta consapevolmente, pur di ribadire il proprio dissenso. Inoltre, l‘utilizzo della maglia bianca priva di loghi autorizzati e con messaggi non concordati con la Lega comporterà un’ulteriore sanzione. Tuttavia, il Lecce non arretra: è pronto a pagare il prezzo delle proprie convinzioni, mettendo al centro la memoria di Graziano Fiorita piuttosto che l’adempimento burocratico.

Ora la palla passa al Giudice Sportivo della Lega Serie A, che dovrà valutare la situazione. Da un lato ci sono le regole chiare, che prevedono ammende per violazioni come l’equipaggiamento non autorizzato o il silenzio stampa. Dall’altro c’è il contesto umano, eccezionale e doloroso, che meriterebbe una gestione più flessibile e rispettosa. La decisione che verrà presa sarà molto più di una semplice applicazione di norme: rappresenterà un segnale importante su come il calcio italiano intende gestire eventi drammatici, se con rigidità o con umanità. Non si tratta solo di multare o meno il Lecce, ma di capire che il rispetto viene prima di ogni altra cosa.

L'abbraccio del Lecce in ricordo di Graziano Fiorita (DAZN foto) - www.goalist.it
L’abbraccio del Lecce in ricordo di Graziano Fiorita (DAZN foto) – www.goalist.it

Una partita di emozioni piuttosto che di calcio

Nonostante tutto, il Lecce ha dimostrato una volta di più che il calcio può essere veicolo di valori autentici. Lo ha fatto scegliendo di non giocare la propria partita nei colori abituali, ma indossando il lutto nella maniera più silenziosa e potente possibile. Una lezione che va ben oltre il risultato di un campo.

La protesta dei salentini ha acceso una luce nuova sulla gestione istituzionale del calcio italiano. Ora tocca alle autorità dimostrare che dietro i regolamenti esistono ancora il cuore e il buonsenso. Perché perdere un uomo come Graziano Fiorita non può mai essere considerato un “normale” incidente di percorso da archiviare in fretta.