“Dio è bulgaro”: Hristo si presenta così I “Meglio di Baggio e Signori”: ma è una meteora e se la tira “In Italia mi sono annoiato mortalmente

Illustrazione d Roberto Baggio triste (LaPresse FOTO) - goalist.it

Illustrazione d Roberto Baggio triste (LaPresse FOTO) - goalist.it

Nomen omen, Hristo non le manda a dire confermando di essere meglio di alcuni grandi calciatori italiani leggendari.

Nel calcio c’è sempre stato chi si è sentito un po’ più grande di quello che era, anche davanti a leggende vere. Alcuni giovani talenti, magari dopo una stagione buona, si montano la testa e si convincono di essere già meglio dei campioni affermati.

A volte capita che durante le interviste escano paragoni assurdi, tipo “io sono più forte di Totti”, o “tra me e Ronaldo non c’è differenza”, robe che fanno sorridere (o arrabbiare) chi di calcio ne mastica davvero.

La verità è che sentirsi superiori senza aver dimostrato nulla sul lungo periodo è pericoloso. Ti bruci la carriera da solo, perché invece di lavorare sodo inizi a vivere di illusioni.

E alla fine, quasi sempre, il campo rimette tutti al loro posto. Perché puoi anche raccontartela come vuoi, ma davanti a chi ha scritto la storia, serve rispetto. E anche un po’ di umiltà, che nel calcio – come nella vita – non è mai abbastanza.

Paragoni improbabili

Nel calcio capita spesso di vedere giocatori pieni di talento che, appena mettono in fila due o tre stagioni buone, iniziano a sentirsi invincibili. Alcuni arrivano persino a credersi superiori a leggende vere e proprie, quelle che hanno scritto pagine di storia a suon di gol e magie. È una cosa strana, un misto tra fiducia nei propri mezzi e una certa dose di presunzione. E a volte, diciamolo, questa convinzione li porta a schiantarsi contro la dura realtà.

Quando un calciatore pensa di essere già arrivato al top, rischia di sottovalutare tutto il resto: ambientamento, nuove sfide, rispetto per i campioni già affermati. Così può succedere che, nonostante le grandi qualità, l’esperienza in una nuova squadra o in un campionato diverso si trasformi in un mezzo flop. E no, non sempre basta avere i piedi buoni per conquistare un posto nella storia. A volte serve anche un po’ di umiltà e tanta voglia di mettersi in discussione, ma non è il caso di Hristo.

Hristo Stoichkov ai tempi del Parma (Wikipedia FOTO) - goalist.it
Hristo Stoichkov ai tempi del Parma (Wikipedia FOTO) – goalist.it

Sfida alle leggende

Prendiamo per esempio Hristo Stoichkov. Un fenomeno, eh, uno che col Barcellona aveva fatto impazzire mezza Europa e che nel 1994 aveva pure vinto il Pallone d’Oro. In patria lo idolatravano al punto da dire “oggi Dio ha confermato di essere bulgaro” (Fonte: WIkipedia). Forte era forte, su questo non si discute, e quando arrivò al Parma nella stagione 1995-96 l’entusiasmo era alle stelle.

Infatti, Nevio Scala, disse ” è meglio sia di Baggio che di Signori” (Fonte: La Repubblica), due che all’epoca erano praticamente intoccabili in Serie A. Sembrava tutto pronto per una nuova grande avventura ma alla fine fu un disastro, e liquidò quell’esperienza dicendo che si annoiò a morte (Fonte: La Repubblica).