“Il Dottore” Socrates, altro che “tacco di Dio” I Nome altisonante, ‘Democrazia Corinthiana”, ma è tutto sigarette e pigrizia

Socrates con la maglia della Fiorentina (WIkipedia FOTO) - goalist.it

Socrates con la maglia della Fiorentina (WIkipedia FOTO) - goalist.it

Un nome, una leggenda. O almeno, in certi casi era così anche se la sua carriera non è stata molto lineare, con tanti alti e bassi.

Sócrates non era solo un calciatore, era un personaggio fuori dal comune. Alto, magro, barba folta e una classe che sembrava quasi distratta, ma quando toccava il pallone era pura magia. Giocava con una calma incredibile, come se il tempo rallentasse attorno a lui.

Era anche un uomo di pensiero, non a caso lo chiamavano “il Dottore” perché era laureato in medicina. Dentro e fuori dal campo, Sócrates era uno che non si accontentava di giocare: voleva cambiare le cose, lottare per la libertà e la giustizia.

Con la maglia del Brasile ha incantato ai Mondiali, anche se non ha mai vinto il titolo. Rimane nella memoria quella nazionale brasiliana degli anni ’80, tutta talento e poesia, che sembrava suonare una sinfonia più che giocare a calcio.

Sócrates non è stato solo un campione, è stato un simbolo. Uno che ha dimostrato che puoi essere geniale con un pallone tra i piedi e allo stesso tempo avere idee, sogni e battaglie da combattere. Un tipo raro, davvero.

Un giocatore qualsiasi?

Sócrates non era uno qualsiasi, ecco. Non solo un calciatore, ma un personaggio vero, di quelli che ti restano in mente. Alto, longilineo, barba folta da filosofo greco e una calma quasi irritante quando aveva la palla tra i piedi. Non sembrava neanche uno sportivo a dire il vero, più un professore universitario capitato per caso su un campo da calcio. E in fondo un po’ lo era davvero: laureato in medicina, amante dei libri e appassionato di politica.

Nel 1984, dopo aver fatto faville con il Corinthians e con la maglia del Brasile, Sócrates decide di provare l’avventura in Italia, alla Fiorentina. L’entusiasmo era a mille, i tifosi sognavano un campione che potesse cambiare la storia del club. Ma, come spesso succede nella vita, la realtà è stata ben diversa dai sogni.

Socrates a destra durante un allenamento (WIkipedia FOTO) - goalist.it
Socrates a destra durante un allenamento (WIkipedia FOTO) – goalist.it

Un’avventura quasi fallimentare

La stagione in viola di Sócrates fu un po’ un mezzo pasticcio, diciamolo senza troppi giri di parole. Mette insieme 33 presenze e 9 gol, che sulla carta non sono nemmeno male, nonostante abbia segnato valanghe di gol in Brasile, ma il feeling con l’ambiente non scatta mai davvero

Dopo solo un anno, un po’ deluso e forse anche stanco di quella vita troppo rigida, fece le valigie e tornò in Brasile. Diciamo che comunque alla fine non fu un’esperienza da buttare, anche perché ha avuto modo di assaggiare la Serie A. Però da lui, forse, ci si aspettava qualcosa di più…