“Non sono scarso: sono incompreso”: da cobra a ‘ramarro’, il passo è breve I L’interista ceduto per disperazione

Illustrazione del logo dell'Inter (Pixabay FOTO) - goalist.it

Illustrazione del logo dell'Inter (Pixabay FOTO) - goalist.it

Ci sono alcuni calciatori che non riescono ad esprimere al massimo il loro potenziali, e alcune volte basta davvero poco.

Capita, più spesso di quanto si pensi, che alcuni calciatori vengano ceduti non perché non siano bravi, ma proprio per disperazione. Quando un club si trova nei guai, magari con i conti in rosso, deve fare cassa in fretta, e l’unico modo è vendere i pezzi migliori.

A volte si tratta di giovani promesse che non hanno nemmeno fatto in tempo a esplodere del tutto. Altre volte sono campioni affermati che finiscono altrove solo per tappare un buco di bilancio, lasciando i tifosi a bocca aperta (e col cuore spezzato, diciamolo).

Non è raro vedere società storiche costrette a svendere per sopravvivere, magari accettando offerte molto più basse di quanto il giocatore varrebbe davvero. Quando il bisogno chiama, purtroppo, non c’è margine per trattare troppo.

Insomma, dietro certi trasferimenti che sembrano incomprensibili c’è spesso una situazione economica disperata, non una scelta tecnica. E chi ci rimette di più, alla fine, sono sempre i tifosi.

Promesse da mantenere…

Nel mondo del calcio, non sempre i trasferimenti avvengono perché uno è scarso o perché non serve più. Anzi, spesso dietro una cessione improvvisa si nasconde una situazione di disperazione pura. Tipo conti che non tornano, pressioni della tifoseria, allenatori che non sanno più che pesci prendere. E allora, per salvare la baracca, si decide di mandare via anche chi magari avrebbe solo bisogno di un po’ di tempo per ambientarsi.

A volte sono storie quasi tragicomiche: grandi talenti che arrivano accolti come re e se ne vanno via in silenzio, come se non fossero mai esistiti. Oppure, peggio, come se fossero un peso da scaricare il prima possibile. È successo a più di un giocatore famoso, credimi. E il calcio, che si muove veloce e non aspetta nessuno, spesso dimentica in fretta. Darko Pančev ne sa qualcosa…

Darko Pančev nel 1991 con la Coppa dei Campioni (Wikipedia FOTO) - goalist.it
Darko Pančev nel 1991 con la Coppa dei Campioni (Wikipedia FOTO) – goalist.it

Un destino da…riscrivere

Un caso clamoroso è stato quello di Darko Pančev, l’attaccante macedone che all’inizio degli anni ’90 sembrava destinato a spaccare tutto. Con la Stella Rossa di Belgrado aveva vinto tutto quello che c’era da vincere, compresa una Coppa dei Campioni, e segnava gol a raffica. L’Inter lo prese nel 1992 con grandissime aspettative, ma l’adattamento al calcio italiano fu un disastro.

Tra difficoltà tattiche, ambientali e un rapporto piuttosto complicato con mister Osvaldo Bagnoli, Pančev iniziò a faticare parecchio. Infatti, nella stagione 1992-1993 giocò 12 partite in campionato (segnando un gol) e 4 partite in Coppa Italia segnando invece 5 gol. Ma l’anno successivo colleziono solo 2 presenze, senza gol, per poi ritornare nel 1994-1995 segnando solo 4 gol tra campionato (2) e Coppa Italia (2).