“Non parlo mai degli arbitri ma…”: il refrain del post-gara è puntualissimo I “”Sono inc…o nero: mancanza di rispetto verso noi”

Illustrazione di un arbitro (Pixabay FOTO) - goalist.it
Sia calciatori che allenatori si arrabbiano spesso con gli arbitri, e alcune volte anche involontariamente subiscono dei torti.
Non c’è niente da fare, vedere uno sportivo arrabbiarsi con l’arbitro è una delle scene più vere che ci siano. Perché lì non c’è filtro, non c’è tattica: è pura emozione che esplode. Una chiamata sbagliata, un fallo non visto… e scatta la protesta.
Alcuni si infuriano in modo plateale, facce rosse, gesti ampi, urla che si sentono fino in tribuna. Altri invece si fanno prendere da una rabbia più “silenziosa”, magari con uno sguardo che dice tutto senza bisogno di parole.
Poi oh, a volte hanno anche ragione. Perché non è che l’arbitro sia infallibile, anzi. Però sta anche al giocatore capire quando protestare serve… e quando invece rischia solo di peggiorare la situazione.
Alla fine, la verità è che quella rabbia, che piaccia o no, dimostra una cosa semplice: ci tengono. Chi si arrabbia lo fa perché ci mette l’anima. E forse è proprio quello che ci fa appassionare ancora di più allo sport.
Quando sbotti, non riesci proprio a fermarti
Nel calcio capita di tutto, ma poche cose sono così vere come la rabbia a caldo dopo una partita storta. Allenatori, giocatori, staff… tutti sotto pressione, tutti col cuore che batte a mille. E allora basta un’ingiustizia, un errore arbitrale, una decisione che non ti va giù… e boom, esplodi. Non c’è filtro, non c’è diplomazia. Solo nervi saltati e parole che a volte escono pure troppo di pancia.
E oh, ci sta anche. Perché chi vive questo sport davvero, chi ci mette anima e tempo, non può restare sempre calmo come un ghiacciolo. A volte ti senti proprio mancare il rispetto, ti senti derubato di qualcosa che ti sei sudato. E lì, inutile girarci intorno, ti parte l’embolo. L’importante sarebbe riuscire a sbollire in fretta… ma non è mica facile, soprattutto quando senti di aver subito un torto grosso come una casa.
Una rabbia che fa rumore
Proprio quello che è successo a Eusebio Di Francesco dopo la partita del suo Frosinone contro il Milan. A fine gara, non ha nemmeno provato a nascondere quello che sentiva dentro. Ai microfoni ha detto chiaro e tondo: “Sono inc…o nero: mancanza di rispetto verso noi” (Corriere dello Sport).
Nessun giro di parole, nessun tentativo di edulcorare. Solo rabbia vera, quella che ti porti dietro per tutta la partita e che ti esplode appena ti fermi a pensare a tutto quello che è successo. Di Francesco ce l’aveva con alcune decisioni arbitrali che, secondo lui, avevano penalizzato pesantemente il Frosinone.