Pisa, il Cuore Nerazzurro Batte Ancora: dalle Gloriose Mitropa al Sogno Derby
I tifosi del Pisa esultano con la loro tifoseria (Pisa FC Foto) - www.goalist.it
Il ricordo degli ultimi anni del Pisa in Serie A nei primi anni ’90 si tinge di una malinconia romantica, con la figura carismatica di Romeo Anconetani, il leggendario presidente che ha segnato un’epoca. Anconetani non era solo un dirigente, ma un vero e proprio simbolo del calcio pisano, famoso per la sua passione travolgente e per i suoi riti scaramantici, come lo spargimento del sale prima di ogni partita. Oggi, a più di vent’anni dalla sua scomparsa, il suo spirito sembra ancora vegliare sull’Arena Garibaldi, e chissà quanto sarebbe orgoglioso di vedere il Pisa tornare finalmente in Serie A.
I Talenti del Pisa di Anconetani
Eppure, in quel crepuscolo degli anni ’90, brillavano le prime luci di talenti destinati a lasciare il segno: la grinta generosa di Michele Padovano, la rapidità pungente di Lamberto Piovanelli, passando per l’anima combattiva di Diego Simeone e la visione illuminata di Dunga, simboli di un Pisa orgoglioso. Ma oltre a loro, il Pisa ha visto passare giocatori che hanno lasciato un’impronta indelebile. José Chamot, difensore argentino che ha poi avuto una lunga carriera in Italia e in Europa, e Henrik Larsen, attaccante danese che ha contribuito con la sua esperienza internazionale. Alessandro Calori, futuro protagonista di uno storico gol che consegnò lo scudetto alla Lazio nel 2000, ha difeso i colori nerazzurri con determinazione. Ma per comprendere appieno la passione che anima i tifosi nerazzurri, bisogna volgere lo sguardo ancora più indietro, agli anni ’80, un decennio costellato di successi internazionali. Sotto la presidenza di Anconetani, il Pisa conobbe l’ebbrezza di conquistare per ben due volte la Mitropa Cup (nel 1986 e nel 1988), un trofeo che testimoniava la competitività del club a livello continentale. Anconetani era un visionario, capace di scovare talenti in giro per il mondo e di costruire squadre competitive con risorse limitate. Fu lui a portare in Italia giocatori come Klaus Berggreen e Wim Kieft, ceduti poi a Roma e Torino per cifre importanti.
La lunga attesa del derby con la Fiorentina
L’attesa per il ritorno in Serie A, lunga 34 anni, è stata un susseguirsi di speranze e delusioni, ma mai ha scalfito l’amore viscerale dei tifosi per i colori nerazzurri. E ora, con la matematica promozione conquistata ieri, 4 maggio 2025, l’emozione è incontenibile. Ma c’è un desiderio che arde nei cuori dei sostenitori pisani più di ogni altro: il derby con la Fiorentina. La rivalità tra Pisa e Firenze è una delle più sentite e antiche del calcio italiano, un campanilismo che affonda le radici nella storia e nella cultura delle due città toscane. L’ultima volta che Pisa e Fiorentina si sono affrontate in Serie A risale alla stagione 1990-1991. In quelle occasioni la Fiorentina si impose sia all’andata che al ritorno con un doppio 4-0. Dopo decenni di attesa, l’idea di rivivere quelle sfide cariche di passione, di vedere le due tifoserie contrapporsi nuovamente nel massimo campionato, è un sogno che si avvera. Il derby non è solo una partita di calcio, ma un evento che coinvolge intere città, un confronto tra due modi di vivere la toscanità. I tifosi del Pisa non vedono l’ora di tornare a misurare le forze con i cugini viola, di far tremare l’Arena Garibaldi con il loro sostegno e di scrivere un nuovo capitolo in questa storica rivalità. E in questa ritrovata Serie A, il destino potrebbe riservare un curioso intreccio familiare.
Derby in famiglia Inzaghi
L’approdo del Pisa nella massima serie, guidato da Filippo Inzaghi, potrebbe portare a un inedito confronto in panchina con suo fratello Simone Inzaghi, attuale allenatore dell’Inter. Un derby tra fratelli, entrambi con un passato da attaccanti di razza, che si troverebbero a guidare le proprie squadre con gli stessi colori sociali, seppur in contesti e città diverse. Un elemento di interesse che aggiunge un pizzico di fascino a questa tanto attesa promozione.
Ritorno alla gloria
Il ritorno in Serie A non è solo una promozione, ma un ponte che ricollega il glorioso passato, le epiche battaglie degli anni ’80 e i talenti degli anni ’90, con un presente di gioia e un futuro carico di attese, culminando nel desiderio ardente di rivivere l’emozione unica del derby con la Fiorentina e, chissà, di assistere a un inedito duello tra i fratelli Inzaghi. Il cuore nerazzurro batte forte, pronto a cantare ancora una volta nella massima serie.