“Non potrei sono farlo: sono istintivo e permaloso:” l’ex 10 spiega il suo ‘rifiuto’ I “Conosco la materia, fidati”

Illustrazione di un n. 10 (Pixabay FOTO) - goalist.it
Il n.10 ha rivelato un po’ di cose interessanti, legate soprattutto al rifiuto di una decisione molto importante. Cos’è successo?
Nel mondo del calcio non è tutto soldi e coppe. Ci sono giocatori che, in momenti chiave, hanno detto no. Alcuni hanno rifiutato offerte pazzesche, altri ruoli da dirigenti, altri ancora la ribalta mediatica. E spesso lo hanno fatto per coerenza o per restare fedeli a se stessi.
Uno dei casi più noti è quello di Eric Cantona, che dopo il ritiro non ha voluto allenare né entrare nei giri della TV sportiva. Ha preferito il teatro, il cinema e una vita fuori dai riflettori del pallone. Poi c’è Francesco Totti, che dopo l’addio alla Roma ha rifiutato un ritorno in società perché – parole sue – non contava nulla.
Anche da giocatori, certi “no” hanno fatto rumore. Paolo Maldini ha detto no più volte alla nazionale quando sentiva che non era più il suo posto. Carlos Tevez, invece, ha lasciato la Juventus per tornare al Boca Juniors, rinunciando a un sacco di soldi, solo per stare vicino alla famiglia e alla sua gente.
Sono storie che fanno strano, soprattutto oggi, dove si corre dietro a contratti miliardari. Eppure, quei no raccontano una cosa semplice: anche i calciatori, ogni tanto, scelgono col cuore.
Quando dire no è più forte di quel richiamo…
Capita anche ai grandi. Quei calciatori che sembrano nati per non staccarsi mai dal pallone, a un certo punto, ricevono offerte che farebbero gola a chiunque… e invece rispondono con un no. Francesco Totti, ospite da Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa, ha raccontato di essere stato tentato più volte di tornare a giocare in Serie A, anche dopo il ritiro.
La voglia c’era, ma il cuore gli ha detto di no. Non potrebbe mai allenare:” sono troppo istintivo e rosicone” (Fonte: Il Corriere dello Sport – Canale 9), ha detto con un mezzo sorriso. Essere allenatori è dura, e bisogna essere convinti di rivestire un ruolo molto pesante.
Scelte di cuore, non di contratto
Fare l’allenatore è difficile, anche perché Totti è riuscito ad entrare a contatto con tanti allenatori nel corso della sua carriera da capire che questa, almeno al momento, non è la sua strada. Anche per via del carattere, infatti ammette che l’allenatore non deve essere permaloso, deve saper reagire per esempio ad una sconfitta o ad una situazione spinosa.
Infatti, Totti afferma “conosco bene la materia” (Il Corriere dello Sport – Canale 9) sa che reagirebbe istintivamente a certe situazioni. Insomma, però, molto sognano Totti allenatore di una squadra, ma non lui stesso.