“Il suo amore per Napoli è tutto nel silenzio”: Spalletti fotografa DeLa così I “Per uno come lui, il più grande sacrificio”
Illustrazione di Spalletti in panchina (LaPresse FOTO) - goalist.it
E’ stata una situazione complessa, ma molte di queste persone dimostrano amore senza esternarlo. E forse sono in pochi a capirle.
Luciano Spalletti ha fatto qualcosa di storico con il Napoli nella stagione 2022-2023. Dopo anni di tentativi, è riuscito a riportare lo scudetto in città dopo 33 anni, un traguardo che mancava dai tempi di Maradona.
La squadra ha giocato un calcio spettacolare, veloce, offensivo, con Osimhen e Kvaratskhelia protagonisti assoluti. Ma dietro quel gioco c’era l’organizzazione e la testa di Spalletti, che ha dato un’identità fortissima al gruppo.
Non è stato solo un successo tecnico, ma anche umano. Spalletti ha saputo unire la squadra e creare un ambiente compatto, pieno di entusiasmo e voglia di vincere, coinvolgendo anche la piazza napoletana.
Dopo il trionfo, però, ha deciso di prendersi una pausa. Non per stanchezza, ma per coerenza: sentiva di aver dato tutto. E forse, chiudere così, da vincente, era il modo migliore.
Il tecnico, la città, lo scudetto
Quando si parla di Spalletti e del suo Napoli, si parla di un’annata che ha lasciato il segno. Non solo perché il club ha vinto lo scudetto dopo 33 anni, ma perché lo ha fatto in un modo che ha fatto innamorare chiunque ami il calcio. Il Napoli giocava bene, divertiva, segnava. Un po’ come quando da ragazzini si andava al campetto e si lasciava a casa tutto il resto. Quella leggerezza lì, ma con dietro un allenatore metodico, ossessivo, che curava ogni dettaglio.
E Spalletti, sì, sembrava finalmente al posto giusto nel momento giusto. Aveva preso in mano una squadra piena di talento e le aveva dato un’identità precisa. Facile? No. Ma è proprio lì che ha fatto la differenza. Non era solo tattica. Era carisma, era empatia. I giocatori lo seguivano, e la città pure. Quando un popolo intero canta per te, vuol dire che hai toccato qualcosa di profondo. E ciò ha reso sicuramente felice il Presidente.
Alcuni retroscena
Come riportato dal Corriere dello Sport, dietro quella stagione leggendaria, però, non era tutto rosa e fiori. Luciano Spalletti, nel suo libro autobiografico Il Paradiso esiste… Ma quanta fatica (Rizzoli, scritto insieme a Giancarlo Dotto), racconta anche l’altra faccia della medaglia. Il rapporto con Aurelio De Laurentiis, il presidente del Napoli. Spalletti lo descrive come un uomo dal grande fiuto imprenditoriale, ma con una forte personalità.
Infatti, il Presidente era solito fare le formazioni e commentare in pubblico alcuni aneddoti legati alla squadra, invece Spalletti era uno che amava fare le cose in silenzio, senza disturbi. E proprio come raccontato da Spalletti, ad un certo punto il Presidente smise di parlare, soprattutto alle conferenze stampa o davanti ai giornalisti. Insomma, una sorta di tacito accordo, e un grande sacrificio per il Presidente, che ha portato alla vittoria dello scudetto (Corriere dello Sport).