“La racchetta è benedetta”: Sinner, l’incontro iconico, ora ancor più simbolico che mai

Sinner nel 2024 (Wikipedia Hameltion FOTO) - goalist.it

Sinner nel 2024 (Wikipedia Hameltion FOTO) - goalist.it

Questo è stato forse uno degli incontri più interessanti per Sinner, che di certo non dimenticherà mai. Scopri cos’è successo.

Nel tennis, i simboli contano più di quanto si pensi. Non è solo questione di racchette e punteggi: ci sono gesti e rituali che raccontano molto di più. Un esempio? Il classico tocco delle corde con la mano dopo un errore, come a dire “scusa, colpa mia”. Piccole cose, ma piene di significato.

Molti giocatori hanno anche abitudini scaramantiche. C’è chi sistema sempre le bottigliette nello stesso modo, chi si aggiusta il calzino prima di servire o chi fa rimbalzare la palla un numero preciso di volte. Non è solo routine: è un modo per restare concentrati, quasi a cercare stabilità nel caos del match.

Poi ci sono i gesti verso il pubblico o verso l’avversario. Un applauso sincero dopo un bel colpo, un cenno col capo, una racchetta alzata per dire “grazie” agli spalti. Sono momenti in cui il tennis esce dai confini del gioco e diventa rispetto, condivisione, emozione pura.

E ovviamente c’è il gesto simbolico per eccellenza: il bacio al trofeo. Che sia Wimbledon o un torneo minore, quel momento dice tutto. Fatica, gioia, orgoglio. È un modo per chiudere un cerchio, per fermare il tempo. Anche solo per un attimo.

Un incontro che va oltre il tennis

Ci sono incontri che vanno oltre lo sport, e quello tra Jannik Sinner e Papa Leone XIV è uno di quei momenti che ti fanno alzare un sopracciglio e dire: “wow, che roba”. Non capita tutti i giorni di vedere il numero uno del tennis mondiale varcare le porte del Vaticano insieme alla famiglia. 

Come ricordato dalla Gazzetta dello Sport, c’erano anche i suoi genitori, e accanto a loro il presidente della FIT, Angelo Binaghi. L’accoglienza del Papa è stata tutto fuorché rigida: sorrisi, battute, atmosfera rilassata. Un incontro semplice ma ricco di significato, in cui tra le mani, al posto di un crocifisso, c’era… una racchetta.

Sinner durante un allenamento (Wikipedia si.robi)
Sinner durante un allenamento (Wikipedia si.robi FOTO) – goalist.it

Un incontro unico

Quella racchetta regalata al Pontefice non è un semplice oggetto sportivo. È un segno, un ponte tra due mondi che sembrano lontanissimi, ma che a pensarci bene non lo sono poi così tanto. Sport e spiritualità, allenamento e valori, vittorie e umanità.

Sinner non ha solo reso omaggio al Papa, ha portato con sé l’idea che anche nello sport ci sia spazio per qualcosa di più profondo. Insomma, quella “racchetta benedetta” è diventata una sorta di simbolo.