Milan, che disastro: diverbi tra giocatori e allenatori, società assente e niente Europa

Conceicao e Theo Hernandez - www.goalist.it
La stagione fallimentare dei rossoneri
Dopo la sconfitta per 3-1 contro la Roma, il Milan non prenderà parte a nessuna delle tre competizioni europee. L’ennesima delusione di una stagione completamente da dimenticare. Cambio di allenatore, liti in campo tra giocatori e tecnici, presidente contestato e mai presente, DS ancora da decidere e prestazioni al di sotto delle aspettative dei leader della squadra. La mancata qualificazione alle prossime coppe, è solamente l’ultima doccia fredda dell’annata fallimentare dei rossoneri.
La stagione del Milan parte con Paulo Fonseca in panchina e con l’obiettivo di provare a competere su tutti i fronti. L’allenatore, però, non entra mai in sintonia con i giocatori, soprattutto con Leao e Theo Hernandez che, già dalla terza giornata, manifestano il loro disappunto sulle scelte del mister, allontanandosi dal resto del gruppo durante il cooling break. Ai continui diverbi con i calciatori, si aggiunge una serie di risultati negativi che costano caro al tecnico. Infatti, dopo appena 25 partite, tra Serie A, Coppa Italia e Champions League, Fonseca viene esonerato.
Al suo posto arriva Sergio Conceicao che vince subito la Supercoppa contro l’Inter. Quando sembra essere tornato l’entusiasmo, però, succede qualcosa di mai visto prima in casa Milan. Al termine della gara vinta contro il Parma, l’allenatore e Davide Calabria, ai tempi il capitano della squadra, vanno quasi alle mani davanti agli sguardi increduli del pubblico di San Siro. Negli ultimi giorni di mercato, oltre a Calabria, vengono venduti quasi tutti i giocatori acquistati in estate. La società decide di investire provando a mette in rosa i calciatori richiesti dal mister. Ma queste scelte non portano i risultati sperati. I rossoneri vengono eliminati dal Feyenoord ai sedicesimi di Champions, perdono la finale di Coppa Italia con il Bologna, non si qualificano a nessuna competizione europea e i nuovi arrivi si rivelano un flop.
I problemi, però, partono dai piani alti. Il presidente, Gerry Cardinale, non si vede in Italia da mesi, con i tifosi che chiedono a gran voce la cessione. L’AD, Giorgio Furlani, non trova ancora il DS con cui scegliere l’allenatore e progettare la nuova stagione. Persone all’interno della dirigenza, come Zlatan Ibrahimovic, che non sembrano avere un ruolo ben specifico. Tutte cose che fanno capire la disorganizzazione che c’è quest’oggi al Milan. Questioni che devono essere risolte al più presto, per evitare che la prossima annata si riveli un ulteriore fallimento.