Napoli Campione d’Italia: le pagelle della stagione. Conte da 10, McTominay da 9

Il Napoli vince lo Scudetto

Il Napoli vince lo Scudetto (SSC Napoli Foto) - www.goalist.it

Meret 7,5: 34 presenze da titolare, 3006 minuti, 25 gol subiti.
Spesso criticato per qualche errore nella passata stagione, tante volte sottovalutato dagli addetti ai lavori, mette le sue mani sullo Scudetto dando sicurezza con prestazioni importanti alla difesa migliore del Campionato.

Scuffet 6: 1 presenza da titolare, 90 minuti, 1 gol subito.
Arrivato dal Cagliari al posto di Caprile, gioca contro il Bologna una buona partita non facendo rimpiangere Meret.

Di Lorenzo 8: 37 presenze, tutte da titolare, 3330 minuti, 3 gol e 2 assist. Passato il mal di pancia estivo ed archiviato un Europeo complicato con la Nazionale é uno dei calciatori che Conte é maggiormente riuscito a rigenerare. L’asse sulla destra con Politano funziona alla grande, gioca con sicurezza trascinando i compagni durante tutta la stagione. Bravo a destreggiarsi da terzino nella difesa a 4 ma anche nel centro-destra con la difesa a 3.

Rrahmani 8: 38 presenze, tutte da titolare, 3406 minuti, 1 gol e 3 assist.
Gioca quasi tutti i minuti in stagione, sempre in campo a guidare con autorevolezza il reparto arretrato alternando spesso i compagni a causa degli infortuni di Buongiorno e Juan Jesus. Bravo nel gioco aereo, si fa valere anche nell’area avversaria.

Buongiorno 7,5: 22 presenze, tutte da titolare, 1926 minuti, 1 gol.
Il difensore tanto cercato da Conte ha dimostrato tutto il suo valore. Parte fortissimo, formando con Rrahmani una coppia insuperabile. Peccato non vederlo con continuità nella seconda parte di stagione complice gli infortuni.

Olivera 7: 32 presenze, 26 da titolare, 2371 minuti, 2 assist.
Terzino, centrale, preziosissimo tuttofare della difesa di Conte. Preciso e puntuale sia nella difesa a 3 che nella difesa a 4. Chiude la stagione da centrale a causa delle assenze di Buongiorno e Juan Jesus.

Juan Jesus 6,5: 15 presenze, 12 da titolare, 1075 minuti, 1 assist.
Dopo le critiche ricevute nella passata stagione dimostra di poter sostituire degnamente Buongiorno ogni volta che viene chiamato in causa fino all’infortunio che gli fa saltare il finale di stagione.

Rafa Marin 6: 4 presenze, 1 da titolare, 142 minuti.
Promettente acquisto estivo che non riesce a convincere Conte durante la stagione. Poco utilizzato nonostante le varie assenze nel reparto arretrato. Avrà modo di rifarsi in futuro vista la giovane età.

Spinazzola 7: 27 presenze, 17 da titolare, 1536 minuti, 1 gol e 1 assist.
Svincolato dalla Roma, si mette a disposizione dell’allenatore adattandosi ai vari moduli durante la stagione. Distante dal miglior Spinazzola visto in carriera ma ugualmente utile e propositivo sulla fascia.

Mazzocchi 6,5: 20 presenze, 7 da titolare, 735 minuti.
Cuore di Napoli, si fa trovare pronto quando viene chiamato in causa con la sua duttilità. Corsa, impegno e quella “cazzimma” che i tifosi partenopei sanno apprezzare.

Lobotka 8: 32 presenze, 31 da titolare, 2647 minuti, 1 assist.
Meno protagonista rispetto allo Scudetto con Spalletti ma altrettanto importante nel garantire la solita sapiente regia. Sempre preciso nell’iniziare l’azione e ben posizionato per coprire le sortite offensive di Anguissa e Mc Tominay. Chiude anzitempo la stagione per un fastidioso infortunio alla caviglia.

Gilmour 7: 26 presenze, 13 da titolare, 1178 minuti, 1 assist.
Il regista scozzese ha saputo sostituire Lobotka quando serviva un play ma anche Anguissa da interno quando ce n’era bisogno. Si ritaglia minuti preziosi dimostrando di essere un titolare aggiunto nella rosa di Conte.

McTominay 9: 34 presenze, 33 da titolare, 2941 minuti, 12 gol e 4 assist.
Fortemente voluto da Conte in estate é lui il protagonista assoluto di questo quarto Scudetto. Spesso decisivo, 8 dei suoi 12 gol sono stati utili a sbloccare la partita. Impatto devastante sul nostro Campionato, fisicamente dominante, inarrestabile negli inserimenti e nel gioco aereo.

Anguissa 8: 35 presenze, 32 da titolare, 2857 minuti, 6 gol e 4 assist.
Irriconoscibile nella passata stagione, rigenerato subito dalla cura Conte, gioca con una continuità di prestazioni impressionante. In mezzo al campo si fa sentire ma è capace di rendersi pericoloso anche in zona gol sfruttando la sua fisicità e la sua bravura nell’inserirsi.

Billing 7: 10 presenze, 1 da titolare, 201 minuti, 1 gol.
Acquisto invernale prezioso, se non altro per l’importantissimo gol del pareggio nello scontro diretto contro l’Inter. Gioca poco, ma viene spesso inserito nei finali di gara per garantire fisicità e far respirare qualche minuto i centrocampisti titolari.

Hasa SV: 0 presenze.
Arriva dal Lecce nel mercato invernale ma non viene mai preso in considerazione da Conte. Anche lui giovane, come Rafa Marin, avrà tempo per dimostrare il suo valore.

David Neres 7,5: 26 presenze, 13 da titolare, 1294 minuti, 2 gol e 4 assist.
Inizialmente utilizzato come riserva di lusso, subentra spesso per dare la giusta vivacità in fase offensiva con i suoi dribbling e la sua qualità. Trova la titolarità a causa della partenza di Kvaratskhelia ma viene spesso frenato nella seconda parte di stagione dagli infortuni che ne limitano il rendimento.

Okafor SV: 4 presenze, tutte da subentrato, 36 minuti.
Arrivato nel mercato invernale, non scala le gerarchie rimanendo ai margini della rosa. Qualche spezzone finale ma troppo poco per poter essere giudicato.

Fonte foto: Profilo Instagram SSC Napoli

Politano 8: 37 presenze, 34 da titolare, 2828 minuti, 3 gol e 4 assist.
Stagione ad alti livelli che gli ha permesso di ritrovare la Nazionale.
Uno dei più presenti in stagione, Conte non ci rinuncia mai. Abbina quantità alla solita qualità che ha sempre dimostrato di avere destreggiandosi bene anche da quinto di centrocampo quando serve.

Ngonge 6: 18 presenze, 1 da titolare, 238 minuti.
Solo qualche scampolo di partita senza incidere, utile a far rifiatare i titolari nei minuti finali.

Raspadori 8: 26 presenze, 11 da titolare, 1119 minuti, 6 gol e 1 assist.
Inizialmente poco utilizzato e poco funzionale al tridente iniziale di Conte diventa importantissimo nella seconda parte di stagione approfittando della partenza di Kvaratskhelia e dell’infortunio di Neres che costringono Conte a giocare con le 2 punte. Si fa trovare pronto con giocate decisive e dimostrando un’ottima intesa con Lukaku.

Simeone 6: 30 presenze, 1 da titolare, 440 minuti, 1 gol e 1 assist.
Chiuso dal titolare Lukaku viene chiamato in causa spesso nei finali di partita per far rifiatare il gigante belga senza lasciare il segno e segnando il suo unico gol a tempo scaduto alla seconda giornata nel 3-0 contro il Bologna.

Lukaku 8,5: 36 presenze, 35 da titolare, 2870 minuti, 14 gol e 10 assist.
C’era un motivo se Conte lo ha preteso durante tutta l’estate. Salta le prime 2 partite e poi sarà sempre presente in campo da titolare dalla quarta giornata in poi. Meno devastante rispetto allo Scudetto dell’Inter ma ugualmente fondamentale per gli schemi dell’allenatore salentino. Partecipa sempre alla manovra facendo salire la squadra, garantendo la solita fisicità e un buon numero di gol ed assist che risultano preziosi per la conquista del Campionato.

Conte 10: Non può che essere lui l’uomo simbolo dello Scudetto numero 4 del Napoli. Ha richiesto calciatori adatti al suo stile di gioco, ha saputo adattarsi variando moduli durante la stagione per sopperire alle varie assenze e soprattutto alla dolorosa partenza di Kvaratskhelia. Un Napoli meno brillante rispetto a quello di Spalletti, ma che si è dimostrato estremamente concreto, con tanta fisicità in campo e massima attenzione alla fase difensiva con soli 27 gol subiti in stagione. Con questo sono 5 gli Scudetti vinti in Italia in 6 stagioni da Allenatore in Serie A (se escludiamo la breve parentesi atalantina). Unico allenatore nella storia del nostro Campionato capace di trionfare con 3 squadre diverse.