Inzaghi, bivio Inter? Dubbi, orgoglio e futuro tra sirene estere e Mondiale

Inzaghi (Inter FC Foto) - www.goalist.it
Il pesante 5-0 col PSG chiude una stagione senza trofei, ora l’Inter riflette: futuro in Arabia, rinnovo o addio? Il Mondiale incombe
Il giorno dopo il disastro europeo, il clima in casa Inter resta sospeso. La sonora sconfitta contro il Paris Saint-Germain ha fatto esplodere le incertezze sul futuro di Simone Inzaghi. In sala stampa, il tecnico si è esposto con sincerità e rassegnazione: “Non so rispondere ora sul mio futuro”. Parole che aprono scenari fino a ieri impensabili. Marotta ha provato a blindarlo, sottolineando che una serata negativa non cancella il percorso, ma il peso della disfatta resta incollato addosso a tutti.
Inzaghi è nel mezzo di un bivio. Da una parte, c’è stata la proposta irrinunciabile dell’Al Hilal, con un contratto da oltre 20 milioni netti l’anno. Dall’altra, l’Inter è disposta a trattare un rinnovo oltre l’attuale scadenza del 2026. Il tecnico, però, non sembra più così convinto. Dopo quattro anni, due finali di Champions League e un lavoro solido, potrebbe scegliere di fermarsi o cambiare aria. Anche alcune sirene inglesi – come quelle della Premier – restano accese sullo sfondo.
Oltre al nodo allenatore, c’è un’Inter da ricostruire. L’età media più alta della Champions (oltre i 29 anni) è un dato che pesa. Undici giocatori sopra i 30, tra cui Acerbi (38 anni a breve), Mkhitaryan (37), Darmian (35), De Vrij (33) e il deludente Correa in scadenza. Anche Arnautovic è ai margini. Il nuovo ciclo richiede un rinnovamento profondo, da fare in fretta.
I primi segnali sul mercato sono già arrivati: Sucic, mezzala di grande qualità, e Luis Henrique, esterno instancabile, acquistati per dare nuova linfa alla rosa. Entrambi saranno disponibili per il prossimo Mondiale per Club. Ma la domanda resta: chi li guiderà? Inzaghi, con il contratto in mano, non ha dato certezze. Né alla stampa, né ai suoi giocatori.
Le parole che non sciolgono i nodi
Nel post-partita, Inzaghi ha scelto la linea dell’onestà: “C’è troppa delusione per decidere ora. Ne parleremo”. Nessuna risposta definitiva, nessun indizio concreto. La società aspetta, e in settimana ci sarà un vertice per chiarire le intenzioni. In gioco non c’è solo il futuro dell’allenatore, ma anche la programmazione dell’intera stagione che verrà.
Se Inzaghi dovesse dire addio, l’Inter dovrà trovare un sostituto all’altezza. E non sarà semplice. Alcune piste si sono già raffreddate: Allegri, accasatosi al Milan; Italiano, fresco di rinnovo col Bologna; Conte che ha scelto di rimanere al Napoli. La priorità resta la chiarezza, anche perché tra due settimane comincia il ritiro e c’è da preparare il Mondiale per Club.
Un ciclo di tutto rispetto
Nonostante tutto, l’era Inzaghi non è da archiviare con amarezza. Due finali di Champions in tre anni, tante partite indimenticabili, uno stile riconoscibile. Quest’anno non sono arrivati i titoli, ma la squadra ha lottato sempre. “Orgoglioso dei miei ragazzi”, ha detto il tecnico. Il ciclo potrebbe chiudersi qui, ma non senza l’onore delle armi.
La palla è ora nel campo della dirigenza e dell’allenatore. Inzaghi vuole capire se ha ancora la fame necessaria. L’Inter vuole sapere se ha ancora l’uomo giusto. Entro metà settimana si prenderà una direzione. L’unica certezza è che non si può più aspettare. Il tempo stringe, e le domande aumentano.