A Salerno è morto (ancora) il calcio italiano: ultras granata esasperati dalle decisioni di federazione e arbitri

Fumogeni in campo durante Salernitana-Sampdoria (fonte X) - www.goalist.it
La Sampdoria retrocessa si è salvata ai playout a scapito della Salernitana tra le polemiche dentro e fuori dal campo
Troppo facile puntare il dito contro gli ultras della Salernitana, colpevoli di un lancio di fumogeni e sediolini in campo durante il ritorno dei playout di Serie B tra i granata e la Sampdoria. Un gesto senza dubbio da condannare, ma che è diretta conseguenza di una situazione creata da FIGC e CoViSoc negli ultimi quaranta giorni.
Il 13 maggio scorso, i doriani pareggiando a Castellammare di Stabia finiscono il campionato al terzultimo posto retrocedendo per la prima volta in Serie C. Un verdetto clamoroso per un club blasonato come quello blucerchiato, ma sacrosanto perché “guadagnato” sul campo. Contemporaneamente la Salernitana vince a Cittadella evitando la retrocessione diretta e conquistando una nuova possibilità di salvezza attraverso i playout contro il Frosinone. Sulle ali dell’entusiasmo Salerno e la Salernitana credono nell’impresa e in poche ore polverizzano i 30.000 biglietti per l’andata dello spareggio con i ciociari all’Arechi. Ed ecco il primo colpo di scena: nel pomeriggio di domenica 18 maggio, 24 ore prima del match di Salerno, la Lega di Serie B decide di rinviare la gara a data da destinarsi. Il motivo? Presunte irregolarità del Brescia nei confronti dell’Erario scovate da un’indagine della CoViSoc. La commissione di vigilanza delle società calcistiche aveva chiesto chiarimenti all’Agenzia delle Entrate già a febbraio, ma stranamente la risposta è arrivata a poche ore dai playout. Il Brescia è giudicato colpevole nei primi due gradi di giudizio e dunque è penalizzato in classifica: rondinelle in C, il Frosinone è salvo, mentre Salernitana e Sampdoria giocheranno il playout, che slitta al 15 e 20 giugno.
A Salerno i tifosi, già stufi e amareggiati dagli scarsi risultati della propria squadra negli ultimi due anni, non ci stanno e protestano a gran voce contro la FIGC accusandola di voler salvare a tutti i costi la Sampdoria da una retrocessione in Serie C che avrebbe il sapore del fallimento. Chiariamo, la tifoseria granata chiede di giocare regolarmente il playout con il Frosinone, ma con il Brescia penalizzato si avrebbe la quarta squadra retrocessa. Una situazione simile al 2019 quando i playout tra Salernitana e Venezia risultarono poi superflui per la penalizzazione e il fallimento del Palermo che divenne la quarta retrocessa in Serie C. Dopo un mese di inattività i calciatori di Salernitana e Sampdoria scendono in campo in uno stadio Ferraris rianimato miracolosamente, mentre i supporters campani restano all’esterno dello stadio per protesta contro la FIGC. Sul campo i blucerchiati vincono 2-0. Nel volo di ritorno a Salerno, calciatori e staff granata accusano una grave intossicazione alimentare causando il rinvio di un paio di giorni del match di ritorno all’Arechi. La tifoseria granata, intanto, continua la propria protesta contro la FIGC tappezzando Salerno di striscioni.
Si arriva così alla serata di domenica in un clima molto teso. Una parte degli ultras granata resta all’esterno dell’Arechi proseguendo la protesta con striscioni “Salerno non si piega”. Sul campo invece la Salernitana dà tutto per ribaltare il punteggio e segnare i due gol che eviterebbero la retrocessione. Ma alcune decisioni arbitrali molto dubbie infiammano ancora di più l’ambiente granata. La prima è un rigore negato dall’arbitro Doveri e dal VAR per un chiaro fallo di Yepes su Soriano in area. Si prosegue e al 34’ la Salernitana passa in vantaggio con un colpo di testa di Ferrari su calcio d’angolo. L’esultanza è però interrotta dal VAR che nota un tocco di mano del capitano granata. Da regolamento, l’azione va punita e dunque gol annullato. Passano giusto un paio di minuti e da un cross dalla destra Meulensteen prolunga il pallone dando l’assist a Coda per portare in vantaggio la Sampdoria: né Doveri né VAR si accorgono che l’olandese tocca il pallone con il pugno e convalidano la rete, ignorando del tutto la regola sul precedente gol di Ferrari. Gli ultras sono spazientiti e dopo il raddoppio ligure ad inizio ripresa iniziano a lanciare fumogeni in campo costringendo Doveri a sospendere il gioco per un paio di minuti. Le intemperenze continuano e al 66’ l’arbitro ferma ancora tutto. Dagli spalti arrivano anche sediolini divelti. Arbitro e squadre tornano negli spogliatoi, mentre la polizia interviene per evitare eventuali invasioni di campo. Dopo più di mezzora di sospensione Doveri, d’accordo con i due capitani e le forze dell’ordine, decide di chiudere lì la partita. Il Giudice Sportivo ha assegnato la sconfitta per 3-0 a tavolino alla Salernitana e l’obbligo di disputare le prossime due gare casalinghe a porte chiuse.
La farsa dei playout è finita con il lieto fine della salvezza, soprattutto economica, della Sampdoria e la retrocessione dei violenti salernitani. Non è esculso l’arrivo di un sequel con eventuali ricorsi della Salernitana e l’allargamento della Serie B a 21 o 24 squadre. Ormai il calcio italiano ci ha abituati a verdetti stravolti dai tribunali in estate, a società con gravi problemi economici iscritte ai campionati e altre escluse per pochi debiti, a penalizzazioni inflitte durante o a fine stagione.