Il tempo è un filo sottile, che non si spezza. Passa, cammina, poi corre. Non cancella ricordi ed emozioni. Le fa riaffiorare attraverso un luogo, un oggetto o una data. Ed è proprio una data che resta immortale. Era il 25 agosto del 1996 quando una Fiorentina coraggiosa e spavalda, trascinata da Batistuta, vinse la Supercoppa Italiana, battendo il Milan allo stadio Meazza. Per chi come me, ha potuto vivere quella partita davanti alla tv ( a volte, gli anni che ti si sommano addosso, hanno un vantaggio) con una nonna, che amava molto il calcio, il tempo che è passato con i suoi 26 anni non ha tolto i colori all’immagine di una partita nella storia.
Dal passato al presente, con il salto in lungo del tempo, la Fiorentina è impegnata nella sfida di ritorno con il Twente. Anni diversi, ma emozioni uguali, legate al pallone. Il calcio si racconta con i verbi al passato, ma si vive con i tempi declinati al presente. Si legge anche negli occhi delle persone, dei bambini e di chi oggi ha le tempie colorate di grigio.
Articolo a cura di Gaia Simonetti
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