Atalanta-Cagliari 2-0: Lookman e Pasalic beffano Ranieri, il Cagliari rimanda ancora la prima vittoria stagionale

Fonte foto: Profilo Twitter Atalanta

Scrive Sportmediaset: Atalanta batte il Cagliari per 2-0 con le reti di Lookman e Pasalic, si porta a 9 punti in classifica e va a occupare una posizione consona alla sua enorme potenzialità. Primo tempo dominato (anche traversa di Lookman e palo di Zappacosta), secondo tempo controllato, con il Cagliari quasi mai pericoloso se non alla fine con Oristanio. Per Gasperini e i suoi due vittorie in quattro giorni, 4 gol segnati e 0 subiti. 

LA PARTITA 
Se una squadra – il Cagliari – è andata a segno una sola volta quattro partite, significa che il gol è un problema serio. A maggior ragione se alla vigilia di questa trasferta complicata si ferma Pavoletti, costringendo Ranieri a inventarsi una coppia offensiva Luvumbo-Shomurodov. Si potrebbe obiettare: anche l’Atalanta ha fuori Scamacca. Certo, però Gasperini ha alternative validissime come Lookman e soprattutto un De Ketelaere ispirato. Considerazioni semplici ma subito confermate dall’andamento della partita, con i bergamaschi quasi sempre davanti e i sardi, in perfetta filosofia ranieriana, attenti a chiudere tutti i varchi, messi in difficoltà per la prima volta dopo pochi minuti da De Ketelaere con un sinistro parato sul primo palo da Radunovic. 

Sarà anche una strana coppia quella formata da Lookmann e De Ketelaere, ma con Koopmainers alle loro spalle ad accorciare le distanze con il resto della squadra, i due pascolano con appetito negli ultimi quaranta metri di campo. Si cercano e spesso si trovano, quasi a occhi chiusi. Non è un caso che il quarto d’ora da incubo vissuto dal Cagliari nella parte centrale del primo tempo coincida proprio con le ispirazioni dei due attaccanti nerazzurri. Arriva una traversa di Lookman al termine di uno slalom irresistibile (nella stessa azione anche un palo successivo di Zappacosta), poi un sinistro dello stesso anglo-nigeriano – parato – e infine il gol del vantaggio, confezionato da De Ketelaere con un delizioso assist da destra per il compagno di reparto, fulmineo nel firmare il suo secondo gol stagionale. 

Dal primo tempo emergono dati abbastanza netti che era però facile immaginare anche prima della partita. L’Atalanta è una macchina ben rodata che pur avendo cambiato qualche effettivo in corsa si porta dietro le certezze della lunghissima era gasperiniana. Si poteva sospettare qualche momento d’affanno, eredità dell’Europa League di giovedì. Invece il dominio territoriale è totale, costante. Il Cagliari è una squadra che fa quello che può, orgogliosa della sua umiltà, refrattaria ai nomi troppo noti che in tempi recenti ne hanno rappresentato un limite grave. 

Si guarda in giro Ranieri durante l’intervallo. Grandi idee dalla panchina non gli arrivano e allora prova a rimescolare le posizioni in campo, toglie Deiola in difficoltà, mette Zappa e disegna un 4-4-2 di leicesteriana memoria. L’Atalanta invece resta com’è, ma rientra in campo nella ripresa sollevando un tantino il piede dall’acceleratore, forse cominciando a risentire della partita di giovedìcontro il Rakow. I sardi, meglio disposti in ampiezza, provano a sfruttare le corsie esterne anche sapendo che in mezzo non c’è l’ariete che potrebbe far fruttare questa nuova disposizione. Ci prova Shomurodov, ma in mezzo ai tre corazzieri del Gasp ha poche possibilità. 

Certo, Ranieri deve arrangiarsi con quello che ha ed è proprio la sua esperienza il plusvalore che la società spera di giocarsi per restare in serie A. Per mezz’ora la partita sembra essersi riequilibrata, qualche mezzo segnale dai sardi arriva dalle parti di Musso, ma l’Atalanta è un’altra cosa, ha risorse tecniche decisamente superiori, ad esempio Mario Pasalic che entra della panchina e va a segnare il gol del 2-0 con un colpo da biliardo di quelli che lo caratterizzano da sempre, dopo uno scambio delizioso con Muriel. Con questo episodio praticamente si chiude una partita che il Cagliari prova a riaprire quasi casualmente quando Oristanio, appena entrato, colpisce la traversa. Troppo poco per impensierire una squadra nerazzurra che quando entra in campo con la mentalità giusta è difficile da affrontare per chiunque.