Caressa: “Il 2006? Un grande onore. La storia dello sport andrebbe introdotta nelle scuole”

Fonte foto: Edera rivista

Fabio Caressa è stato intervistato dai ragazzi di Edera durante la prima Digital Cup, che ha visto sfidarsi la Nazionale Italiana Cantanti contro quella della Comunicazione. Il Giornalista e Telecronista ha raccontato l’emozioni vissute nel 2006 ed espresso la propria opinione sulla Cultura, in particolare quella del calcio.

Come si prepara una telecronaca?

La preparazione è molto lunga, ho un archivio molto complesso, ci vogliono circa 40 ore per prepararla. Si analizza la parte statistica e tecnica. Abbiamo moltissimi appunti da leggere, si cerca di essere preparati al 100%, anche se poi magari di quei dati ne utilizzi una parte minima.

I minuti più emozionanti?

I due minuti prima, quanto ti dicono: 2 minuti in cuffia è il momento più bello. E’ molto importante che vadano bene i primi 60 secondi, perché quello ti da la tranquillità per andare avanti e fare bene.

Com’è stato fare la telecronaca del 2006?

Una grande emozione e onore, ti senti la maglia azzurra addosso pure te, ne fai parte. Nonostante questo, è giusta l’emozione ma devi avere anche un controllo professionale.

Il calcio è cultura?

Il calcio è un elemento fondamentale per la cultura; è sottovalutato dagli anni 70′, perchè c’era la visione del calcio come sport fuori dal contesto culturale. Invece noi veniamo dalla parte classica, dove lo sport è parte integrante della crescita culturale. Il messaggio che può dare lo sport è pesantemente sottovalutato in Italia. Lo sport come materia di studio e la sua storia andrebbero introdotte nello scuole. Le storie di sport aiutano a vivere meglio.

La cultura cresce ovunque?

La cultura cresce sempre ovunque, la cultura è vita di tutti i giorni. Non deve essere considerata come una realtà settoriale. Ho il timore che in questi ultimi anni che ci sia una cultura settoriale “per pochi”.

Il video completo dell’intervista.