“Dalle stelle alle stalle”, la parabola di Vlahovic in due partite. Contro la Samp solo 9 palloni toccati

Photo LiveMedia/Phs Agency/PHS , Italy, August 15, 2022, italian soccer Serie A match Juventus FC vs US Sassuolo - Serie A 2022/23 Image shows: Dusan Vlahovic of Juventus FC celebrates after scoring a goal during the Serie A 2022/23 match between Juventus FC and US Sassuolo at Allianz Stadium on August 15, 2022 in Turin, Italy LiveMedia - World Copyright

Si può andare “Dalle stelle alle stalle”? Certo che sì, ed anche in un lasso di tempo breve come quello di una settimana, o se preferite, di due giornate di Serie A, 180′ appena. Un esempio lampante è quello dell’ex Fiorentina Dusan Vlahovic. Le critiche vanno, le critiche vengono, tutto è nella “norma”. Il centravanti serbo infatti si è mosso bene alla prima uscita stagionale della Juventus, certo, non nella sua miglior forma dopo la pubalgia che l’ha tormentato per diverso tempo (come lui stesso ha detto nel post gara, senza nascondersi), ma comunque concreto sotto porta. Il bomber ha realizzato una doppietta (si è procurato tra l’altro un calcio da rigore, che poi ha segnato), la sua prima in maglia bianconera. Ieri poi, a Marassi, Vlahovic è visibilmente apparso in difficoltà, movimenti non ancora collaudati, complice anche la tutt’altro che esaltante prestazione di tutta la squadra juventina.

Una bruttissima e demoralizzante prova quella del 9 bianconero nel primo tempo del match contro la Sampdoria, solo 3 i palloni toccati nel primo tempo, come riportato da Opta, addirittura meno di 5, vale a dire, ha fatto peggio di qualsiasi altro giocatore in campo (portieri inclusi). Al fischio finale, sono stati soltanto 9 i palloni toccati da Dusan Vlahovic, pochi, troppo pochi per uno con “il vizio del gol” come lui. Secondo La Gazzetta dello Sport oggi in edicola, con 6 bandierine alzate a segnalare il fuorigioco, Vlahovic è il calciatore della Serie A che è stato più volte fermato dagli assistenti.

La Juventus che è scesa in campo ieri, lenta e con poche idee di gioco, poco brio, innervosirebbe chiunque, sia sul terreno di gioco che non: una domanda sorge spontanea, davvero la colpa e le dure critiche sono da “scaricare” solo su un classe 2000 che può (anche nelle difficoltà) soltanto continuare a crescere?

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