Dallo sgabello alla panchina: Max-Leo, storia di un rapporto complicato

Perché? La spiegazione di Landucci, che ha parlato al posto dello squalificato Allegri, ha detto tutto e niente: “Scelta tecnica”. Scelta, però, che non segue una logica precisa, se si parla solo di campo. Bonucci è l’unico difensore in rosa che permette l’impostazione da dietro ed è in grado di ribaltare il gioco con precisi lanci lunghi. In molti hanno messo in relazione la sua esclusione con certe esternazioni post-Benfica: “Sono preoccupato, facciamo fatica a fare tutto, non so se è un fatto fisico o mentale”.

Se il motivo dovesse essere questo, sarebbe la dimostrazione pratica che sono autentiche le voci di uno spogliatoio bianconero non proprio il linea con le direttive tecniche. Il rapporto tra Allegri e i big della sua squadra, insomma, non sarebbe certo idilliaco. Lo dimostrerebbero, oltre alla panchina del capitano, anche la perplessità di Di Maria, quando è stato sostituito Milik contro il Benfica, e altri evidenti gesti di insofferenza di qualche giocatore.

Il rapporto Bonucci-Allegri, in ogni caso, non è mai stato semplice. E’ passato alla storia il famoso sgabello di Oporto, quando Leo è rimasto a guardare dalla tribuna la partita di Champions della Juve in Portogallo, dopo un plateale litigio in campo con l’allenatore durante la gara con il Palermo. A tutto questo si aggiunge anche la decisione di togliergli la fascia al ritorno alla Juve nel 2021: “La fascia di capitano vai ai più esperti e che sono alla Juventus da più anni. Bonucci? No, Leo è andato via, non conta più, si azzerano gli anni”, ha detto Allegri scherzando con i giornalisti durante la conferenza stampa di presentazione alla Juventus. “Se vuole la fascia può andare a comprarla e va a giocare in piazza”.

Insomma, anche se il rapporto non è dei migliori, la scelta di lasciarlo fuori in una partita chiave rende, più di mille parole, l’idea di una situazione molto complicata nello spogliatoio bianconero.