Difesa inviolata e gol degli attaccanti,  meglio di così… Stecca Bianco, unica nota stonata della serata

Fonte foto: Profilo X ACF Fiorentina

FIORENTINA-REGGIANA 4-0, i più ed i meno di Stefano Borgi. 

Innanzitutto una premessa e due notizie. La premessa è che siamo di fronte al calcio di luglio (un tempo si diceva calcio d’agosto) e qualsiasi giudizio/valutazione tecnica va presa con beneficio d’inventario. La prima notizia, invece, è che la Fiorentina di Palladino (a differenza di quella d’Italiano) non ha preso gol. Perfino contro la Primavera di Galloppa ne aveva subiti due. La seconda, infine, è che nella Fiorentina di Palladino (sempre a differenza di quella di Italiano) hanno segnato solo gli attaccanti: Sottil, Kean, e Kouamè (doppietta). E mancavano Beltran e Nico Gonzalez. Ma andiamo con I più della partita: 

SOTTIL: 7  a 25 anni non può più sbagliare. O almeno… se non sfonda, se non si impone, se non spacca quest’anno (fosse anche per sfortuna, casualità o qualche infortunio di troppo) significa che il tempo per lui è scaduto. Palladino lo ha “lanciato”, lui sta raccogliendo (suoi i primi gol della stagione, contro la Prinavera e contro la Reggiana). E poi un’intesa naturale con Parisi, con Kean, finalmente è andato in gol, insomma… caro Riccardo, ora o mai più. Tocca solo a te.

KEAN: 6,5  diciamoci la verità, non avesse fatto quel gol… Però l’ha fatto, e pure bello, quindi… Questo gli chiede Palladino: pressare, impegnarsi, fungere da punto di riferimento per i compagni, segnare appena si presenta l’occasione. Come al quarto d’ora: assist di Sottil, controllo, girata e destro vincente all’angolino. 

Quasi da fermo. Buona (anche se non buonissima) la prima. 

KOUAMÈ: 7  qualcuno potrà dire, troppo facile: i tre “più” sono quelli che hanno fatto gol. E meno male, aggiungiamo noi, che lo hanno fatto, sennò chi li sentiva i tifosi viola? Fuor di battuta, quella contro la Reggiana non era una guerra (ricordate Italiano? “io, uno come Kouamè, se c’è da fare la guerra me lo porto sempre”), era più un’esercitazione. In ogni caso l’ivoriano è entrato ed ha “spaccato”: recupero palla, spallate, gomitate, persino assist, due gol, insomma… noi prima di disfarsene (seppur su di un’offerta di otto milioni non si fa visuccio), ci penseremo due volte. Anche tre… 

Per quanto riguarda i “meno”, ci duole farlo, ma ne citiamo uno. E si chiama…

ALESSANDRO BIANCO: sceso in campo col suo bravo numero otto, ha giostrato nei due di centrocampo insieme a Mandragora e… non si è praticamente mai visto. Timido, impacciato, troppo scolastico. L’ex Reggiana (guarda caso) non è un centrocampista centrale, è più una mezzala: ha gamba, scatto, progressione, anche tiro in porta. Lo vogliamo definire un “piccolo Barella”? Oppure un Frattesi de noartri? Fatte le debite proporzioni questo è Alessandro Bianco, e non uno statico a dirigere il traffico. Una domanda: siamo sicuri che sia un calciatore per Palladino? Per un centrocampo a 4? E non, più probabilmente, per un centrocampo a tre? Ovviamente come mezzala, dx o sx… scegliete voi. Ai posteri l’ardua sentenza…