“Prima di diventare calciatore facevo spesso tre cose: vendere droga, chiedere l’elemosina fuori dai negozi e “lavorare” in un rivenditore di TV. Di queste tre cose, una sola non è vera: non ho mai venduto TV. Avevo circa 13 anni e chiedere l’elemosina davanti ai negozi per me era normale. A volte di notte recuperavamo dalla spazzatura i Big Mac freddi che venivano gettati dal Mc Donald per mangiare… Da ragazzino sono stato anche abusato sessualmente: ha avuto un impatto pesante sulla mia vita. Provi vergogna per te stesso e non ti fidi più di nessuna autorità, visto che ad abusare di me fu proprio quello che credevo fosse il mio insegnante. Quando mio padre ci ha lasciati è stato il caos per la mia famiglia. È stato il calcio a salvarci. A 17 anni sono arrivato in Italia e firmai il mio primo contratto. Ricordo che mi servivano da mangiare e che mi diedero una tuta sportiva. Chiamai mia madre per dirle che quello era il paradiso. Lei scoppiò a piangere. È quello il ricordo più bello della mia carriera. Non la vittoria della Champions League o della Premier League, ma quello. Il giorno in cui ce l’avevo fatta.”
Fonte: Romanzo Calcistico
Foto fonte: Skysports.
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