Fiorentina, il problema è in campo o in panchina? Milenkovic irriconoscibile, N’Zola è un caso… come Beltran

Fonte Foto: Profilo Instagram Fiorentina

Editoriale a cura di Stefano Borgi

No, non siamo d’accordo con Martinez Quarta. “Abbiamo sbagliato l’approccio, non sottovalutato la partita” l’argentino dixit, e ci chiediamo: ma non è la stessa cosa? E poi quale approccio, quello del primo o del secondo tempo? Perché la Fiorentina li ha sbagliati entrambi. No caro Chino, sbagliare approccio con l’Empoli e sottovalutare l’avversario sono (a nostro parere) la stessa cosa, complice la sosta che ha interrotto il cammino di una squadra che girava a mille. Però, se la sconfitta contro l’Empoli è già alle spalle, resta il problema di fondo: in futuro come evitare certe figure, soprattutto contro squadre palesemente inferiori? Anche perché non è la prima volta, e perché in settimana, dovunque ti girassi, trovavi qualcuno che ti metteva in guardia dal cosiddetto “trappolone”. Un classico del nostro calcio. Quindi, a chi toccava prevenire (e poi curare) la figuraccia? A Italiano o alla squadra? Come sempre la verità sta nel mezzo, ed è racchiusa nei due verbi prevenire e curare: toccava ad Italiano prevenire la sottovalutazione dell’avversario, tenendo tutti sulla corda, individuando chi potesse essere stanco dalle nazionali, operando un turn-over che mischiasse titolari (ce ne sono di imprescindibili) e riserve vogliose di mettersi in mostra. Toccava a qualcuno in campo (Arthur, Mikenkovic, Bonaventura, Gonzalez?) curare la malattia, prendere per mano la squadra e guarirla entro il 96′. E invece niente di tutto questo. E allora poiché (oramai l’abbiamo capito) siamo questi, abbandoniamo le velleità pindariche di Champions League e dedichiamoci a migliorare la stagione scorsa (leggi Europa League) ed a concorrere per un trofeo. Che quest’anno ne abbiamo ben tre da giocare. Hai visto mai…


A proposito di Milenkovic: qualcuno sa cosa sia successo a questo calciatore? La dormita mista a disinteresse sul raddoppio di Gyasi è roba da ritiro del cartellino. È roba da retrocessione in primavera, è roba da chiedersi: “ma l’ha fatto apposta?”. Escludendo, ovviamente, quest’ultima ipotesi, ci vengono in mente due soluzioni: o il recente rinnovo di contratto a tre milioni a stagione (un’enormita’) lo ha fatto adagiare sugli allori, oppure il ragazzo si è pentito del suddetto rinnovo e sta pensando ad Inter e Napoli che (sembra) lo volessero nell’ultimo mercato. Una cosa è certa: in questo momento Ranieri si fa di gran lunga preferire, il problema è che in panchina non ci siamo noi… 


Chiudiamo, appunto, con Italiano. I 73 minuti (SETTANTATRE!!!) concessi allo stesso Milenkovic ed a N’Zola gridano vendetta. Per non affermare di peggio. Però dice: se cambiavi prima N’Zola lo perdevi per tutta la stagione. Vero? Falso? Davvero sarebbe stata una bocciatura definitiva? Per ora, di certo, è che hai perso la partita e, invece di N’Zola, rischi di perdere Beltran. Cosa sarà frullato in testa al vichingo (ed a Commisso che ci ha buttato sopra 25 milioni) in quei 73 lunghissimi, incomprensibili, interminabili minuti? Stiamo parlando di un ex-River, di un nazionale argentino, di un talento universalmente riconosciuto. Giovane ma già affermato. Non di un Piatek qualsiasi. Comunque, fra soli tre giorni si torna in campo contro una squadra dal nome impronunciabile, e credeteci… per stasera è l’unica notizia positiva.