Il Benfica omaggia il Grande Torino con una mostra, Rui Costa: “Fu una tragedia per tutti, c’è grande rammarico anche dopo 75 anni”

fonte foto: storie di calcio - Altervista

Come riporta Tuttosport, il Benfica omaggerà il Grande Torino con una mostra al Museo Benfica, nei pressi dello Stadio Da Luz, a Lisbona, per celebrare i 75 anni dalla scomparsa di quella leggendaria squadra. La mostra è stata presentata dal presidente del Benfica ed ex calciatore di Milan e Fiorentina, Manuel Rui Costa, dal vicepresidente lusitano Dr. Jaime Antunes e dal direttore operativo del Torino, Alberto Barile. Numerosi i cimeli presenti nelle sale del museo che saranno visitabili dal 15 ottobre al 4 maggio 2025.

Nell’occasione, il presidente Rui Costa ha rilasciato alcune dichiarazioni: “Il Benfica e tutto il Portogallo onorano il Grande Torino, come è giusto che sia. Non può essere altrimenti. Il Grande Torino fa parte della storia del Benfica, la sua luce è nei nostri cuori. Nel segno di questa amicizia tra due club, due tifoserie, due musei, il calcio unisce. Noi del Benfica non ci sentiamo colpevoli per l’organizzazione di quella partita amichevole, ma proviamo tutti un grande rammarico, un rimpianto enorme anche 75 anni dopo. Doveva essere soltanto un momento di gioia, di allegria, con la visita a Lisbona di quella che era la squadra più forte e famosa del mondo. Invece, il giorno dopo… Ho visto la fotografia, scattata nel 1949, della piazza davanti all’Ambasciata d’Italia qui a Lisbona, stracolma di persone scioccate dalla notizia della tragedia: un enorme tributo popolare, emozionante. Da quel giorno il Grande Torino è diventato qualcosa anche di nostro, carne della nostra carne. Noi benfiquisti conosciamo tutti bene la storia del Grande Torino, esattamente come sappiamo di aver vinto 38 campionati… Ogni tifoso tramanda la storia ai figli, insieme con l’amore per la nostra squadra. Mio padre stesso fece così con me. Lui ha 74 anni, non era ancora nato quando accadde Superga. Crescendo, la sua famiglia gli spiegò i fatti, i significati di quell’amichevole, l’eredità spirituale che deve essere presente nell’animo di tutti i benfiquisti. Poi, tanti anni dopo, papà fece lo stesso con me, quando ero un ragazzino. E subito mi spiegò anche che quella squadra rappresentava il volto più bello della nuova Italia, libera, democratica, rinata dopo la tragedia della guerra e della dittatura fascista. Qui, nel salone dedicato ai campioni granata, abbiamo voluto riprodurre su una parete una frase bellissima che compare nel Museo del Grande Torino: la tragedia non è morire ma dimenticare, e noi non dimentichiamo”.

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