Inter-Fiorentina? Una partita virtuale, con una difesa insuperabile ed una nuova alba per Castrovilli

Quante volte abbiamo detto: “mai una gioia, mai che ce ne vada bene una, mai un colpo di c… mai che la dea bendata ci aiuti”, etc, etc, etc. Ecco, la Fiorentina di Milano ha sfatato tutti questi tabù, tutte quelle frasi fatte proprie di chi non vince mai e si piange un po’ addosso. La Fiorentina batte l’Inter per 1-0 con grande gioia, con una buona dose di fortuna e con la Dea bendata che gli dà una mano. Forse anche due. Come dicevano i latini? “Fortuna audaces iuvat”, e la squadra di Italiano è stata aiutata: innanzitutto da sé stessa, coraggiosa, spavalda, a tratti incosciente. Poi dall’Inter, irriconoscibile nella sua mancanza di fame, di cattiveria, della vis agonistica necessaria. Infine da Lukaku: lasciamo perdere la prima occasione divorata tra dribbling improbabili, inutili e pretestuosi, ma vogliamo parlare della seconda? Un tape-in facile facile, per giunta di sinistro, ciccato clamorosamente come il più scarso dei dilettanti? Chiariamo, anche la Fiorentina poteva raddoppiare, con Saponara, con Cabral, due volte con Castrovilli, due volte con Ikone, ma alla fine dei salmi Inter-Fiorentina è stata in tutti i senso una partita virtuale: per l’atteggiamento tattico (di entrambe, per lunghi tratti è sembrato di assistere a scapoli-ammogliati, con spazi immensi, praterie incontaminate, ripartenze che neppure una squadra di Zeman potrebbe concedere), per le occasioni create (e non sfruttate), per gli errori di Lukaku, per Italiano che schiera (nel finale) un’inedita difesa a tre. Incredibile dictu. E proprio perché Inter-Fiorentina è stata una partita virtuale, riteniamo (e ci auguriamo) che anche l’undici iniziale viola sia stato virtuale, senza un mediano, con due difensori centrali d’impostazione (Igor addirittura avanzato a centrocampo), senza nessun filtro che frenasse i vari Dunfries, Barella, Bellanova, autentici martelli pneumatici su entrambe le fasce. Poi lasciamo stare che la Fiorentina ha vinto (inviolata per la terza volta consecutiva in campionato), ma giocando così va bene una volta, due, fino a svegliarsi all’improvviso… tutti sudati.

Abbiamo già detto della difesa, oggi la quarta del campionato, spendiamo una parola di 8più per Luca Ranieri. Gettato nella mischia nel momento di maggior pressione nerazzurra, si è messo su Lukaku (annullandolo), salvando addirittura sulla linea il tocco del possibile pareggio. Qualcuno può dire… era fuorigioco. E che significa? La prodezza rimane, e lotta insieme a noi. Di questo passo può persino far parte della rosa, magari protagonista in Europa.

Finale dedicato a Gaetano Castrovilli. Non neghiamo di aver più volte dubitato del valore del calciatore. Non certo sul piano tecnico (saremmo dei pazzi) quanto su quello caratteriale e dell’inquadramento tattico. Alzi la mano, fino ieri, chi aveva capito il ruolo esatto di Gaetano: Trequartista? Mezzala? Esterno alto/basso? Centrocampista a due, a tre o a quattro? Il Meazza ha risposto: Castrovilli non è niente di tutto ciò, anzi… è tutto questo frullato insieme e sfruttato all’ennesima potenza. Alla Scala del calcio Castrovilli è stato mediano, mezzala, regista, rifinitore, addirittura difensore come quando nel primo tempo ha inseguito e stoppato Lukaku lanciato a rete. Gaetano Castrovilli è un “todocampista “, un Modric con meno fisico ma più tecnico, un Rui Costa con meno corsa ma più gol nelle gambe, un Pirlo meno geometrico ma più veloce. Esageriamo? Forse… Noi ci accontenteremmo se Castrovilli diventasse come Luis Alberto, quel centrocampista totale che la Fiorentina sta cercando per la prossima stagione. La strada è tracciata, sta a lui transennarla, definirla, inaugurarla, fino a farla sua negli anni a venire. Ovviamente sempre con la maglia viola sulle spalle.

Editoriale a cura di Stefano Borgi

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