Scrive La Gazzetta dello Sport, il capo delegazione della Nazionale Italiana, Gianluigi Buffon ha parlato a Casa Azzurri durante la premiazione del concorso ‘Il migliore gol delle nostre nazionali: fai gol anche tu!. Tra i temi trattati, la vittoria sull’Albania, la prossima sfida che vedrà gli Azzurri impegnati contro la Spagna e i ricordi del Mondiale 2006.
“La vittoria contro l’Albania è frutto dell’equilibrio e della consapevolezza che questo gruppo ha acquisito. Da quando è arrivato sulla panchina dell’Italia, Spalletti ha chiesto sempre di aggrapparsi al gioco, di sforzarsi di giocare in ogni occasione e credo che i risultati si siano visti. Il successo è stato meritato.
Il mister è bravissimo a tirare fuori il massimo da tutti usando a volte il bastone e a volte la carotina. Bisogna imparare a essere più cinici perché con tutte le occasioni che abbiamo avuto nel primo tempo, avremmo potuto chiudere prima il match e nel finale non avremmo rischiato di subire il 2-2. Io però preferisco guardare il bicchiere mezzo pieno e pensare che, dopo un inizio shock che ci è costato l’1-0, in un quarto d’ora siamo stati capaci di ribaltare il risultato. E’ stato secondo me un segnale forte.
Lippi? Con Spalletti c’è somiglianza per come gestiscono gli uomini e il gruppo. C’è un momento nel quale è bello essere amico, ma a volte devi far capire allo spogliatoio che sei un comandate: queste due cose alternate devono esserci se si vuole essere protagonisti fino in fondo. Il suo e il nostro desiderio è quello di ottenere sempre il massimo e possiamo riuscirci se andiamo avanti sulla strada intrapresa.
Nell’Europeo del 2016 abbiamo fatto agli spagnoli uno scherzetto, ma quella era una Spagna a fine ciclo o con elementi importanti che di lì a poco avrebbero abbandonato la nazionale. Questa invece è una squadra forte e tosta. Anche noi però siamo una nazionale in crescita che tra due anni sarà quasi al top, ma che già adesso raggiunge livelli di performance elevati.
Quando vengo in Germania mi commuovo se i bimbi mi salutano e mi riconoscono, perché penso di essere già passato come giocatore ma invece i ricordi vengono tramandati dai genitori. Del Piero? È stato bello abbracciarlo ieri sera in campo. Mi sono tornati in mente i ricordi del 2006 a Dortmund“.
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