Poteva essere un’occasione per crescere ed è stata rovinata. Lui è Alessandro Iuliano, 23enne arbitro che ha creato un bellissimo network sui social in cui spiega il regolamento:
“Quello che mi dispiace, molto più della sospensione che l’Aia mi ha dato un anno e mezzo, è che da parte loro non ho mai trovato un punto di comunicazione, solo porte chiuse in faccia senza nemmeno poter discutere insieme dei miei format (“andiamo ad arbitrare” è un format che ho inventato io, che mi hanno accusato, e che adesso usa l’aia sui suoi canali social)… le mie sono buone idee, che sicuramente vanno aggiustate, e mi aspettavo questo da loro, non solo sospensioni silenziose… sono ancora qua che li aspetto, speriamo cambino idea”
Perché occasione rovinata?
L’Aia sui propri social non è decisamente forte. L’unico modo più decisivo per fare interazione è un errore arbitrale con tanti utenti che vanno a scrivere insulti di ogni tipo.
Sarebbe stato un modo per avvicinarsi al mondo social, usare “arbitrino” per avvicinarsi a più persone in modo pacifico, ma soprattutto, un ragazzo di 23 anni che può “convincere” tanti giovani e potenziali arbitri. Perché lo sappiamo bene, in Italia ce ne sono pochi.
Fonte: Mondo Calcistico
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