La Juve rilancia l’assalto Champions e piomba al secondo posto? Il +15 inguaierebbe tutti

Scrive Sportmediaset, ci sono 15 punti che ballano, giusto per sentir ripetere poi a Massimiliano Allegri una verità concreta che superi gli ostacoli giudiziari. Con la sentenza del Tar, che in pratica costringe Covisoc e Procura federale a consegnare ai legali bianconeri la famosa, e fin qui negata, “carta segreta”, c’è la netta sensazione – si badi bene, ancora non una certezza -, che il processo plusvalenze possa finire in una bolla di sapone e che il Collegio di garanzia del Coni possa di fatto annullare la sentenza restituendo alla Juve i 15 punti tolti. Trattasi, anche qui è bene fare chiarezza, eventualmente di vizio procedurale, vale a dire il mancato rispetto dei tempi da parte di Chiné. Niente a che vedere con assoluzioni o mancata sussistenza dei fatti. Ma tant’è, in ogni caso quella è la legge e quella deve essere rispettata.

Fatto sta la classifica di Serie A potrebbe essere di nuovo ridisegnata, spedendo la Juve al secondo posto insieme all’Inter- quello, appunto, di cui parla Allegri – e rimescolando le carte di una corsa Champions già così piuttosto complicata.

A oggi, e senza ancora tutti gli scontri diretti – che peseranno nel caso di arrivo a pari punti -, i quattro posti sarebbero assegnati a Napoli, Inter, Lazio e Roma (a pari punti con il Milan ma con una migliore differenza reti). Se dovessero però restituire i 15 punti alla Juve, in Champions il nostro campionato schiererebbe Napoli, Juve, Inter e Lazio e in Europa League Roma e Milan. Una vera e propria rivoluzione rispetto alla lotta di oggi che poi, e anche questo non è da sottovalutare, potrebbe essere nuovamente sconvolta dal processo in itinere per gli stipendi e dalla decisione della Uefa che, in ogni caso, potrebbe decidere di escludere i bianconeri dalle sue competizioni. 

Intanto, però, la carta segreta non inguaia soltanto la procura federale – ribadiamo che il suo contenuto è ancora ignoto -, ma anche tutte le attuali contendenti a un posto in Champions, perché la coperta è cortissima e aggiungere un’avversaria in più non fa che scoprire ulteriormente i piedi. Il percorso, sia chiaro, è ancora lungo, ma a Torino, probabilmente per la prima volta, si respira adesso un certo ottimismo. Sembrava una guerra persa, invece era soltanto una battaglia. E ancora il conflitto non è finito. 

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