In questi giorni il nostro campionato di Serie A ha visto partire alcuni calciatori e tanti altri sono in rampa di lancio.
Tonali e Vicario in particolare, entrambi con destinazione Premier League. Ma non solo, tanti sono i nomi di giocatori che potrebbero lasciare: Brozovic, Osimhen, kim, Chiesa, Theo Hernandez, Lozano, solo per citarne alcuni.
Ma cosa sta succedendo al nostro calcio? La risposta è semplice, la crisi del nostro paese sta avendo un forte impatto sulle società di calcio; in particolare la pandemia e l’attuale guerra in Ucraina hanno messo ancor di più in ginocchio un sistema che già traballava. Sono aumentati i costi e diminuiti i ricavi, è matematica.
In Italia non si spende più come prima, lo scorso calciomercato è stato uno dei più poveri della storia del nostro Paese, con “soli” 31 milioni spesi su venti squadre.
Le entrate invece continuano, grazie anche a quella che è una “svendita” di alcuni calciatori, necessaria per tappare qualche buco economico e rifinanziare il mercato estivo in corso.
Oltre ai campionati europei, sempre molto ricchi e moderni, è necessario aprire una parentesi sull’Arabia. Il tentativo degli Emirati è quello di riprodurre il nostro calcio nel loro Paese, dove la cultura del football si sta sviluppando solo in questi ultimi anni. Percorso è iniziato nel 2014 quando a Doha si disputò per la prima volta la Supercoppa italiana. Il motivo? Semplice, il ricavo, circa 23 milioni di euro. La storia prosegue, l’accordo siglato prevede l’assegnazione di quattro delle prossime sei edizioni della Supercoppa all’Arabia Saudita, che dunque ospiterà le edizioni nel 2024, 2025, 2028 e 2029.
Non solo il nostro calcio, pure i nostri calciatori. In direzione Arabia al momento ci sarebbero Brozovic e Lozano, che si andrebbero ad aggiungere agli altri dei campionati europei: Benzema, Kante, Koulibaly, solo per citarne alcuni. Calciatori a “fine carriera” ingaggiati grazie a cifre folli (Benzema guadagnerà 200 milioni all’anno).
Tornando alla nostra Serie A, di chi è la colpa di questa “fuga di scarpini”?
Sicuramente tra finali europee e scudetti ci si aspettava che qualche presidente iniziasse a investire in modo strutturale, invece la Serie A è diventata per l’estero quello che il Sassuolo è per la Serie A. Una startup di talenti votata all’export.
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