Luciano Luci: “Arbitri devono essere più umili, se al VAR devono scordarsi di essere arbitri”

Luciano Luci, ex arbitro di Serie A, istruttore VAR, designatore, Responsabile arbitri in Ucraina nonché ex osservatore UEFA, è stato ospite ai microfoni della VAR Zone. Ecco alcuni interessanti passaggi estratti:

Sul protocollo VAR… “È una cosa molto delicata, ci sono quattro linee di intervento. Il VAR serve per dirimere le questioni su errori evidenti. C’è l’assistente VAR e l’AVAR, uno segue l’APP (ossia la processione dell’attacco), l’altro focalizza la camera centrale nel luogo dove c’è il possesso della palla“.

“Il VAR non è l’arbitro, in campo resta l’umano. Noi utilizziamo molto l’OFR (la revisione sul campo), perché l’arbitro si deve mettere in testa che arbitra non per lui, ma per il calcio, per gli spettatori, per il club, per la FIFA e per la UEFA, dunque maggior chiarezza c’è meglio è per tutti. Se il VAR reputa che l’arbitro abbia sbagliato allora deve informarlo, non deciderlo. È l’arbitro in campo che decide poi se e quando andare. Io rimango dell’opinione che andare una volta di più all’OFR non è un male, anzi. Anche se ci stai due minuti, è importante il risultato finale“.

Alla base nell’arbitraggio deve esserci un lavoro di squadra, che include anche gli operatori, sono un fattore importante del VAR, sia nella scelta delle inquadrature. Io sono istruttore VAR quindi tutte queste cose le so. Anche in Ucraina il primo anno abbiamo avuto difficoltà, la guerra quest’anno ci ha interrotti, eravamo riusciti a trovare delle formazioni idonee, devi vedere anche la psicologia. Noi siamo uomini, la VAR è guidata da uomini, ognuno ha una psiche, arrivare a oliare l’ingranaggio non è facile”.

Sul challenge da concedere alle squadre… “Il problema degli arbitri è che sono come l’arma dei Carabinieri, la decisione non aspetta a noi ma all’IFAB e alla FIFA, che dettano il protocollo, la decisione su come ampliare/cambiare il protocollo VAR spetta all’IFAB non agli arbitri, o alle varie Federazioni Nazionali”.

Eliminare il colloquio da arbitro al VAR e quello al campo e richiamarlo solo con un segnale acustico… sarebbe possibile mettere più OFR nelle zone del campo?: “La persona che sta alla VAR o all’AVAR sono arbitri con la capacità di avere un’opinione, un colloquio tra due esperti. Se metti un segnale acustico questo va via. La chiave di svolta è l’umiltà ed il lavoro di squadra. Quando uno è alla VAR si deve scordare di essere un arbitro sul campo, sei un tecnico esperto e basta. Mettendo più OFR si snaturerebbe il calcio, il VAR deve intervenire per cose importanti, sennò si va a vedere tutto ed arbitra una macchina. E poi… quanto durerebbe una gara? Ho sentito anche chi vorrebbe rivedere come è stata battuta una rimessa laterale. Sennò diventa baseball”.

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