Malesani: “Ormai sono un pensionato, uno spettatore. Mi sarebbe piaciuto allenare una nazionale”

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Alberto Malesani, ultimo allenatore capace di conquistare una Europa League (o Coppa UEFA) con una squadra italiana (il Parma nel 1998/99) è tornato a parlare, ai microfoni di Radio TV Serie A, raccontando come la sua vita sia cambiata da quando ha definitivamente salutato il mondo delle panchine: “Ho smesso da poco di lavorare e ora mi definisco pensionato. Ho ceduto anche l’attività legata all’ultima professione a cui mi ero dedicato, ovvero l’enologia con la cantina che avevo aperto in Valpolicella. Ora mi godo la bicicletta che è da sempre una mia grande passione, gli amici storici e il golf che pratico la mattina”.

Ha poi proseguito, menzionando il principale rimpianto della sua carriera: “Nel 2020 ho deciso di smettere di allenare, era la fine naturale del mio percorso, mi sarebbe piaciuto allenare qualche nazionale. Ho avuto contatti con qualche squadra nazionale all’esterno, ma poi non si è concretizzato nulla. Era l’ultimo tassello della mia carriera, ma è andata così: ero in contatto con la nazionale greca e con quella albanese e in Grecia ci sarei ritornato molto volentieri, perché i due anni che ho vissuto lì, alla guida del Panathinaikos, mi hanno fatto capire che anche lì ci sono giovani fortissimi che non vengono valorizzati”. 

Infine, ha descritto il suo modo di vivere e vedere il calcio, ormai come spettatore esterno: “Ad oggi sono uno spettatore con un po’ di competenza del mondo del calcio; mi piace vedere l’evoluzione tecnico-tattica che migliora di anno in anno nel nostro campionato, il resto non mi interessa. E’ stata la mia vita per tantissimi anni, ho dato tanto e non posso né voglio cancellare nulla. Il calcio lascia amicizie e rapporti, non tantissimi ma quei pochi sono buoni“.

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