Simone Muratore ha avuto una vita difficile negli ultimi due anni, che l’ha messo a dura prova. Una carriera che si complica quando andò in prestito in Portogallo, al Tondela, e dove gli viene diagnosticato un tumore cerebrale benigno. Muratore, rimasto svincolato dopo la malattia, ha parlato a La Gazzetta dello Sport: “Sono stati da due anni difficili. Oggi la determinazione è tanta e quindi spero di tornare a breve a pieno regime”.
“Per me la Juve è una seconda casa, una seconda famiglia. Mi hanno sempre fatto sentire importante e anche nel mio brutto momento ho sentito la loro forte vicinanza”.
Sui problemi di salute: “Pensavo che fosse uno stop temporaneo, ero abbastanza tranquillo. Poi l’operazione si è complicata: doveva durare 6-7 ore, siamo arrivati a 10-11. Quando mi sono svegliato dal coma pensavo di smettere col calcio, ma ora voglio tornare in campo: è una tappa che vedo vicina”.
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