Napoli-Atalanta 2-0: la marcia scudetto degli azzurri riparte da Kvaratskhelia e Rrahmani

Scrive Sportmediaset, il Napoli batte 2-0 l’Atalanta, si lascia alle spalle la sconfitta con la Lazio e riprende la marcia scudetto, creando nuovamente un abisso tra sé e le avversarie. Nel primo tempo Musso tiene a galla i suoi, con tre parate su Politano (due volte) e Kvaratskhelia. Nella ripresa gli azzurri aumentano i giri del motore e al 60′ sbloccano il match con uno splendido slalom del georgiano, concluso con un destro sotto la traversa. Al 77′ Rrahmani di testa chiude il match. Esordio per Gollini, attento su Muriel e Ruggeri.

LA PARTITA
Il Napoli si lascia subito alle spalle la sconfitta con l’Atalanta e riprende l’imperiosa marcia scudetto. Con sole 12 giornate da giocare e un vantaggio abissale sulle inseguitrici, nel capoluogo campano può partire il countdown che riporterà il titolo in città dopo la bellezza di 33 anni. Troppo forte questo Napoli per un’Atalanta messa bene in campo, ma davvero troppo poco propositiva, visto che il primo tiro nello specchio arriva solo al 73′. Politano, Osimhen e Kvaratskhelia hanno messo in crisi la retroguardia della Dea, Lobotka in regia ha diretto la squadra come una perfetta orchestra. Unica nota stonata per Spalletti l’infortunio al polpaccio rimediato da Kim.

Spalletti perde nel riscaldamento Meret per un problema al polso: esordio per Gollini. Per il resto la formazione migliore (Mario Rui sconta il secondo turno di squalifica), con Politano nel tridente per Lozano messo ko da un risentimento muscolare. Quattro cambi per Gasperini rispetto al match con l’Udinese: in difesa c’è Scalvini, a centrocampo Ederson prende il posto dell’infortunato Koopmeiners, mentre Pasalic agirà alle spalle di Hojlund e Zapata. Il colombiano torna tra i titolari per la prima volta dal 9 gennaio. Lookman e Boga si accomodano in panchina. La prima occasione al 6′, quando Politano entra in area e scarica il sinistro sul primo palo, Musso in angolo. Il Napoli viene alto a pressare per recuperare palla il prima possibile, mentre l’Atalanta prova a ripartire con Zapata e Hojlund. I due attaccanti si cercano, ma sia Kim che Rrahmani fanno buona guardia. Il Napoli, invece, fatica ad innescare Kvaratskhelia e Osimhen. Per il georgiano un solo spunto, con Musso che con il petto respinge in angolo (28′). Il nigeriano, invece, ci prova di testa su corner di Zielinski (conclusione alta) al 31′ e si accende nel finale con un tiro-cross smanacciato da Musso, poi il pallone arriva a Politano e ancora il portiere argentino respinge in tuffo (41′). Poco prima della fine della frazione, l’Atalanta perde Djimsiti per un problema muscolare: al suo posto Demiral.

Gasperini effettua un cambio nell’intervallo: dentro Muriel per Hojlund. Purtroppo per la Dea, però, il Napoli aumenta i giri del motore, Spalletti non chiede più la palla lunga per Osimhen ma preferisce allargare il gioco sulle fasce. La splendida rovesciata del nigeriano parata a terra da Musso (47′) è un primo campanello d’allarme per i bergamaschi, che ora faticano a uscire dalla propria metà campo subito aggrediti dal Napoli. Kvaratskhelia non trova la mira in due occasioni (54′ e 57′), poi Osimhen schiaccia di testa a lato di poco (58′). E proprio i due uomoni copertina della stagione azzurra confezionano allo scoccare dell’ora di gioco il gol che sblocca la gara: il nigeriano serve il georgiano, che ubriaca Toloi e compagni e scarica un destro sotto la traversa imprendibile per Musso. Una magia che fa esplodere lo stadio Maradona. A questo punto Spalletti comincia a pensare anche all’Eintracht, togliendo Zielinski e Politano (dentro Ndombelé ed Elmas). Due cambi probabilmente programmati, al contrario di quello di Kim, che al 76′ alza bandiera bianca per un problema al polpaccio. La Dea dà segnali di vita con Muriel (Gollini in angolo) e Zapata (colpo di testa centrale), ma al 77′ cade ancora sul colpo di testa di Rrahmani, sul quale Musso non ci arriva per millimetri. Gollini nega il gol della bandiera a Ruggeri (83′), poi Spalletti regala la passerella a Osimhen e Kvara. Lo scudetto è sempre più vicino.

Stefania Manescu

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