Scrive Cronache di Spogliatoio, la storia di Pasquale Mazzocchi, 27 anni,inizia così. Da ala a terzino rivelazione della Salernitana; dai campionati di Serie D con Rimini e Parma alla Nazionale di Mancini. «Perseveranza, solo questo. Prima che partisse per il ritiro abbiamo pranzato insieme. Gli ho detto ‘dai, festeggiamo, mangiamoci una bella carbonara’. Lui niente, petto di pollo e riso in bianco». Chi parla è Giuseppe Araimo, il primo allenatore di Pasquale al Carioca, una sorta di secondo padre che lo accompagna fin dai tempi del primo soprannome, ‘o miez chilo’.«Quando scoprii che consegnava la spesa per rimediare qualche soldo stipulammo un accordo. Gli avrei dato la stessa cifra a ogni gol segnato, a patto che smettesse di lavorare. A 12 anni non si può. E poi Pasquale era uno ‘scugniziello’ piccolo e magro. ‘Dove vai con quelle buste – gli dicevo – pesano più di te’».
I due hanno un rapporto così stretto che Giuseppe usa sempre il ‘noi’. «Noi siamo arrivati in Nazionale, noi giochiamo in Serie A, noi siamo figli della gavetta». Una cosa sola: «Pasquale non ha mai mollato. Chi arriva dal nulla e ha avuto poco dalla vita, sviluppa una perseveranza non comune, unica».
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