Serie A, la domenica nera del VAR: i casi Milik, Kasius e Lecce-Monza

JUVENTUS-SALERNITANA
Impossibile non partire dal posticipo, che farà parlare di sé molto a lungo. Perché sin quando la discussione era focalizzata sulla posizione attiva o meno di Bonucci nell’azione del 3-2 di Milik, si poteva restare nel campo dell’interpretazione: il regolamento dice “un calciatore in posizione di fuorigioco dev’essere punito anche quando contende il pallone all’avversario o tenta chiaramente di giocare il pallone che è vicino quando l’azione impatta sull’avversario“. Per Marcenaro evidentemente il capitano bianconero “impatta sull’avversario” cercando – pur non riuscendoci – di colpire il pallone di testa. Il vero problema sorge, però, quando si considera l’immagine allargata, spuntata in tarda serata: Candreva, rimasto nei pressi della bandierina, potrebbe tenere in gioco lo stesso Bonucci. Scriviamo “potrebbe” perché, al netto di linee tracciate amatorialmente in modo più o meno affidabile, non sono mai state mostrate le immagini ufficiali della VAR: qui sta il vero cortocircuito. Secondo la Gazzetta dello Sport, la Lega ha fatto sapere che VAR e arbitri hanno valutato considerando l’immagine allargata, quindi comprendendo Candreva nel calcolo della linea dell’ultimo difendente, ma – ribadiamo – manca comunque il frame ufficiale.

BOLOGNA-FIORENTINA
VAR nel mirino anche al Dall’Ara, nel derby dell’Appennino, con Daniele Pradè furioso a fine partita per il 2-1 del Bologna: “Si vede benissimo il gomito di Karius sulla nuca di Quarta”. Nell’azione incriminata il giocatore rossoblù si libera vigorosamente dell’avversario per poi servire Arnautovic che insacca. “Siamo avvelenati, anzi inca**ati… Perdere per una situazione così non va bene. Vorrei sapere perché non è stato fischiato quel fallo. Questo è un errore chiaro ed evidente e vorrei che venisse detto dal designatore che è stato commesso un errore” ha continuato il ds della Fiorentina.

LECCE-MONZA
Proteste da una parte e dall’altra allo stadio Via del Mare: i salentini reclamano due rigori per altrettanti falli di mano. Il primo al 72′ per un tocco di Molina in area che l’arbitro Pairetto non giudica falloso e per il quale non viene richiamato dal VAR. Nel finale situazione simile, questa volta per presunto fallo di mano di Pablo Marì. Ma pure il tocco di Hjulmand meritava un approfondimento, non arrivato.