Per una squadra che ha il monte ingaggi più alto della Serie A e una rosa forse soltanto inferiore a quella dell’Inter, chiudere una stagione senza titoli è una vera e proprio impresa al contrario. Soprattutto se ti chiami Juventus. E soprattutto se è il secondo anno di fila. La situazione folkloristica dell’annata, come l’ha definita il suo allenatore, e il suo ingaggio, mantengono Allegri sulla panchina bianconera trasformando così la Juve in una di quelle società da “progetto”, dove si può anche non vincere aspettando che le idee del tecnico possano attecchire. Se esistesse un progetto ed esistessero le idee…
La Juve è sempre quella. Attesa, anche se si partiva da una situazione di parità con gli avversari, speranza in un colpo di qualcuno dei suoi giocatori più dotati, grinta, chiusura degli spazi e poi magari arriva un golletto su calcio piazzato. A Siviglia i bianconeri si chiudono, in fase difensiva, con un 5-4-1 che porta Iling Junior a fare l’esterno basso a sinistra e Di Maria quello di metà campo a destra, lasciando Kean da solo in avanti. Eppure la squadra di Mendilibar è una delle peggiori nella fase di non possesso palla, tra errori di posizionamento individuale e collettivo. Infatti la Juve crea almeno 7 palle gol clamorose ed è inutile domandarsi dove sarebbe potuta arrivare, in questa partita e in tutta la stagione, con un minimo di organizzazione e di ricerca di idee offensive. Probabilmente ai livelli di Inter e Milan in Champions League e del Napoli in campionato.
Allegri le prova tutte, cambia sistema di gioco più volte, mette Vlahovic, che trova il vantaggio, Milik, Paredes, Kostic e Chiesa, a dimostrazione di una rosa di altissima qualità media. Senza nessun principio di gioco, però, non si va lontano. Si chiude la stagione senza titoli e si ringrazia Szczęsny per i miracoli che hanno evitato un passivo peggiore. L’allenatore bianconero sta già lavorando con la società per la prossima stagione, perché la Juventus, solo per Allegri, ha deciso di fare eccezione al suo motto più famoso “vincere è l’unica cosa che conta”.
Fonte: Sportmediaset.
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