Super Mkhi, Thuram è una furia, disastro Thiaw. Le pagelle del derby

INTER 
Sommer 6 
– La sua reattività viene messa in mostra su un tiro ravvicinato di Leao. Subito dopo l’azione verrà vanificata da un fuorigioco, ma l’effetto ottico del gesto tecnico resta. Poi prende il suo primo gol in maglia nerazzurra ma senza colpe. 
Darmian 6 – Dopo un primo tempo pulito e senza sbavature, si fa infilare dalla giocata di Leao che riapre la partita con il gol del 2-1. Ma è l’unica incertezza vera. 
Acerbi 7 – Rientra dopo un fastidioso infortunio e prende il posto di De Vrij senza che si noti la differenza rispetto alle prime giornate. Solita esperienza, solita sicurezza in mezzo alla difesa. 
Bastoni 6,5 – Non traspare dalla sua partita la stanchezza di due partite intere giocate con la maglia azzurra. E la solita certezza nel reparto arretrato. Dal 29′ st De Vrij 6 – Prende il suo posto con disinvoltura, senza risentire dalla delusione per l’esclusione dai titolari. 
Dumfries 6,5 – Dopo una settimana con quattro assist, svolge il compito che gli viene richieste, cioè di stare prudentemente in attesa di Leao. E così fa la sua parte. 
Barella 6,5 – Il solito Barella versione derby, basa tutta la sua prestazione sui nervi e sulla reattività, magari qualche volta con giocate precipitose. Però in generale una gara utile. Dal 19′ st Frattesi 6,5 – Deve solo rassegnarsi ad avere pazienza, perché la concorrenza è forte. Le sue qualità sono notevoli e le metterà in mostra. E poi segna: il 5-1 arriva dopo la doppietta in Nazionale. 
Calhanoglu 7 – Definitivamente adattato al ruolo di regista, si fa sentire come sempre in mezzo al campo con la sua personalità e la sua decisione. Leader vero, segna il rigore del 4-1 ed esce da trionfatore. Dal 35′ st Asllani sv. 
Mkhitaryan 8 – Tutti a dire che non dovrebbe giocare per far spazio a Frattesi, invece eccolo lì pronto a toccare in porta il pallone dell’1-0 dopo meno di cinque minuti. E quasi subito potrebbe raddoppiare di testa. Strepitoso poi l’inserimento sul gol del 3-1, segno di un’intelligenza calcistica superiore. 
Dimarco 6,5 – Sempre incisivo quando si trova nella metà campo avversaria, si fa notare anche in quella che non è esattamente la sua specialità ovvero le chiusure difensive. Dal 19′ st Carlos Augusto 6,5 – Entra subito in partita con un tiro di destro molto pericoloso e con un lavoro costante sulla fascia sinistra. 
Thuram 8 – Si presenta subito con un’iniziativa di forza che propizia il gol dell’1-0. Poi continua a vincere con disinvoltura quasi tutti i duelli fisici con i difensori avversari. Nel momento di apparente difficoltà della sua squadra, inventa uno di quelli che una volta si chiamavano “eurogol”, quello del 2-0. Dal 19′ st Arnautovic 6 – Entra quando la squadra ha qualche difficoltà per dare il suo contributo fisico e anche caratteriale. 
Lautaro Martinez 7,5 – Sicuramente stanco per la traversata intercontinentale, inizia al piccolo trotto ma quando tocca la prima vera palla della partita fa partire con un’illuminazione l’azione del 2-0. Niente male anche la giocata che porta al 3-1 di Mkhitaryan. Non segna, ma regala assist a raffica.
Allenatore Inzaghi 8 – Qualche dubbio alla vigilia sulle scelte, ma poi – negli ultimi tempi accade spesso – il campo gli dà ragione e promuove la sua gestione. Con lode. 

MILAN 
Maignan 5,5 
– Obiettivamente senza colpe evidenti sui gol, è pronto sul primo tiro “parabile” di Carlos Augusto ma per il resto deve solo guardare palloni che entrano in porta. 
Calabria 5,5 – Un po’ intimidito sulla sua fascia, anche se non sempre Dimarco arriva all’uno contro uno dalle sue parti. Certo dopo l’inizio di partita anche per un capitano non è facile reagire. Dal 32′ st Florenzi sv
Kjaer 5,5 – Molti interrogativi su di lui per la desuetudine al ruolo di titolare, invece un po’ per esperienza e un po’ per doti innate riesce a tenere botta. Spesso avversario diretto di un Lautaro un po’ stanco ma poi decisivo. Alla fine non è il peggiore. 
Thiaw 4,5 – In netta difficoltà contro Thuram, si ritrova gravato di un cartellino giallo dopo 24 minuti per un fallo di Thuram e sicuramente risente dell’assenza di Tomori che gli fa da punto di riferimento in mezzo alla difesa. Intatti sull’azione del 2-0 interista può solo stare lì a guardare. Un pomeriggio da incubo per lui. 
Theo Hernandez 5,5 – Il primo rossonero a far suonare davvero la sveglia poco dopo la mezz’ora con una delle sue incursioni “coast to coast”, sinistro un po’ decentrato e gol sfiorato. Poi quando il Milan ha ancora speranza, provoca ingenuamente il fallo da rigore che porta il 4-1. 
Loftus-Cheek 5,5 – Si intravede la sua personalità quando ha il pallone tra i piedi, ma quando la squadra si trova in difficoltà, non è lui l’uomo giusto per cambiare il passo. Dal 41′ st Musah sv. 
Krunic 5,5 – Il suo è un lavoro oscuro che viene sicuramente più apprezzato da Pioli che dagli spettatori, poco richiamati dalle sue giocate. Ma se non ci fosse lui, il Milan avrebbe qualche difficoltà a  trovare un sostituto. 
Reijnders 5 – La sua intelligenza rimane invischiata negli spazi stretti del primo tempo, si vede qualcosa da parte sua solo all’inizio del secondo tempo. Dal 32′ st Jovic sv.  
Pulisic 5,5 – Il primo tra i rossoneri a uscire dal guscio e a tentare qualche iniziativa pericolosa. Forse un po’ stanco per gli impegni contro gli Stati Uniti che lo limita nella continuità delle giocate e nella durata delle batterie. Dall’11 st Chukwueze 5,5 – Molta buona volontà, cerca di mettersi in mostra per guadagnare un po’ di spazio, sicuramente da rivedere in condizioni più favorevoli. 
Giroud 6 – Rimesso in piedi per l’occasione, riceve poche palle giocabili ma come sempre le ripulisce e le trasforma in qualcosa di positivo per la squadra. Straordinaria la giocata con cui innesca Leao per il gol del 2-1. Dal 32′ st Okafor sv. 
Leao 6 – Fin dall’inizio Pioli chiede di cercarlo con costanza, ma un po’ i compagni non lo trovano e un po’ lui non si fa trovare. Appena inizia il secondo tempo però cambia tuttoe la sua fuga sulla sinistra diventa il gol del 2-1. 
Allenatore Pioli 4,5 – Ineccepibile dal punto di vista motivazionale (“Il passato non conta e bisogna pensare solo a questa partita”) assiste poi in maniera un po’ passiva alla partenza fulminante dell’Inter. Poi non riesce a raddrizzare la situazione nemmeno con i cambi.