Theo Hernandez: “Al Milan il miglior momento della mia carriera. Ibra un leader nato. Maldini mi ha dato la massima fiducia”

Theo Hernandez si è raccontato ai microfoni di AS, quotidiano sportivo spagnolo, parlando degli obiettivi del Milan, dell’influenza che Maldini e Ibrahimovic hanno avuto su di lui e del possibile futuro. Il difensore francese ha esordito, dichiarando: “Al Milan mi sento molto bene, sia a livello sportivo che personale. Sono totalmente grato a questa meravigliosa città che mi ha accolto fin dal primo giorno come se fosse la casa della mia vita. Tutto è stato facile fin dal primo momento. Ho messo su famiglia, mi sento amato e sono molto felice. Momento migliore della carriera? Credo di sì. Sento la fiducia dell’allenatore e dei miei compagni e si vede sul campo“.

Su Maldini e su come la sua presenza abbia influenzato la scelta di accasarsi in rossonero, ha dichiarato: “Maldini è una persona molto vicina al giocatore che mi ha supportato in ogni momento. Mi ha dato la massima fiducia affinché potessi sfruttare le mie qualità e ho cercato di ripagarlo sul campo con il mio lavoro. Gli sono molto grato sia a livello personale che professionale perché è stato una persona fondamentale nel migliorare le mie prestazioni. La prima volta che ho visto un mito come lui, che è venuto a parlarmi, mi sono innervosito un po’. È stato molto chiaro fin dal primo momento, mi ha spiegato il progetto, cosa voleva da me e mi ha detto che con lui sarei stato uno dei migliori al mondo, cosa che per me è stata una ragione sufficiente per non esitare nel volere andare al Milan. Alla fine la decisione di venire qui è stata quella giusta“.

E su Zlatan Ibrahimovic: “Ibra è un leader nato. Anche nei momenti in cui non poteva aiutarci dal campo, la sua sola presenza nello spogliatoio non faceva rilassare nessuno per un secondo. Ti contagia con il suo carattere vincente. Adesso è uscito dal campo, ma è comunque vicino alla squadra, continua a far capire cos’è il Milan e le grandi esigenze di vestire questa maglia“.

Si è, poi, soffermato sulla rivalità calcistica meneghina tra Inter e Milan: “In questa città si respira calcio e tutti parlano di calcio. È quasi obbligatorio sostenere una delle due grandi squadre e certo che a un milanista dà più fastidio che il leader sia il grande rivale. Più passionale il derby di Milano o di Madrid? Scelta difficile. Entrambe le rivalità sono intense a modo loro. Sono grandi duelli, che siano a Madrid o a Milano. Non potrei dire quale delle due sia più passionale poiché entrambe hanno un significato speciale per i tifosi. Ho avuto la fortuna di vivere e godere entrambe le esperienze“.

In merito al tema Champions League, riferisce: “Non penso alle possibili vittorie di un’altra squadra che non sia il Milan e mi concentro sulle competizioni che disputiamo. Se mi chiedi un giocatore che mi piacerebbe vedere alzare il trofeo, direi mio fratello, come è ovvio. Inter-Atletico? Molto intenso. Sono due squadre potenti, sarà un duello molto equilibrato e scintille voleranno“.

Mi è dispiaciuto essere stati eliminati? Senza dubbio. Il nostro percorso dello scorso anno in Champions è stato molto bello e lavoro ogni giorno per vivere quei momenti e giocare quelle partite di così grande rilevanza. Volevamo essere almeno allo stesso livello dell’edizione precedente, ma purtroppo quest’anno non è stato possibile. Almeno siamo ancora vivi in Europa League“, ha proseguito il terzino francese.

In conclusione, uno sguardo al futuro e alla possibilità di tornare al Real Madrid: “Per il Real Madrid ho solo parole di gratitudine per il forte impegno che hanno preso per me in quel momento. Sono una persona a cui piace guardare avanti e concentro tutti i miei pensieri sul presente e sul futuro più immediato, ma porto nel cuore quel grande club. Non sappiamo mai cosa ci porterà la vita, ma vivo il presente per emozioni e professionalità. Nessuno conosce il futuro. Ci sono ancora tante partite da affrontare in questa stagione con il Milan e io penso davvero solo a quello che devo fare in campo”.

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