Torino, Vanoli: “Seck e Radonjic? Non fanno parte del progetto, non ho tempo da perdere. Non mi do obiettivi a lungo termine”

Fonte foto: Profilo X Torino FC

Paolo Vanoli, allenatore del Torino, in conferenza stampa è così intervenuto alla vigilia del debutto in Serie A con il Milan: “Il Torino è al punto che mi aspettavo, è un processo in crescita. E, come tutti i processi, ci saranno alti e bassi. Non mi spavento, lo so, ci vuole la pazienza che a volte non si ha, compreso il sottoscritto. Per l’impegno, siamo sulla buona strada. Borna Sosa? Siamo felici, era un profilo che stavamo cercando: aspettiamo le visite mediche prima di parlarne. Potrà alzare la qualità del Toro. Sono tutte importanti, loro sono costruiti per lottare per lo scudetto. Li ho visti al Berlusconi, servirà massima attenzione. Io voglio la prestazione, così da mettere un mattoncino al nostro percorso. Sanabria? Si deve abituare alla concorrenza. Tutto dipende dalla prestazione. Dobbiamo diventare squadra ed essere più efficaci, ma dopo tre anni non si può cambiare idea in 30 giorni. Con il Cosenza si è visto qualcosa, Ricci ha avuto tre occasioni nitidi. Ora dobbiamo diventare bravi a segnare. Una mezzala che ha tre occasioni è già un aspetto importante, avere diversi attaccanti mi permette di avere più soluzioni a gara in corso. Quando si lavora per i principi, si può cambiare anche in corsa.

Pensiamo a Buongiorno, anche lui ha fatto esperienze fuori e poi è rientrato. Qualcuno è un po’ più pronto e altri avranno bisogno di esperienze. Seck non fa parte del progetto, così come Radonjic che non si è presentato: è un giocatore forte, ma non ho tempo da perdere. Ho 52 anni…(ride, ndr). Spero di fare l’esordio così non me lo chiedete più. Me la sogno guadagnata, ho fatto tanta gavetta: ci sarà un’emozione, ho ancora la pelle d’oca quando ripenso alla firma con il Toro. Al fischio d’inizio passerà tutto, io non mi pongo limiti. A Venezia eravamo ultimi, ho messo la testa bassa a lavorare e siamo stati bravi a raggiungere il sogno. E così è il mio inizio qui: sognare non basta, bisogna lavorare e coltivarlo. Non basta parlare, serve il lavoro.

Ha fatto un piccolo intervento a Londra, è andato bene: farà altri controlli, ma l’ho visto davvero bene. E’ meno serio del previsto, ma sarà lunga. Vlasic ha iniziato a correre sul campo a media intensità: preferisco aspettare una settimana in più, lui ci tiene tanto e a volte dobbiamo frenarlo, ma con lui non possiamo più sbagliare perché ha avuto una ricaduta. Gineitis è il più vicino al rientro, settimana prossima tornerà in campo.

Non mi do obiettivi a lungo termine. Ho detto ai ragazzi che dobbiamo diventare crescere, il mercato darà obiettivi. Devono essere pochi obiettivi ma raggiungibili: ad oggi, è costruzione della squadra e avere un’idea di gioco. Nelle amichevoli l’abbiamo avuto a sprazzi, ma capisco che i ragazzi si rifugiano in un lavoro di tre anni. E su questo ci vuole tempo. Zapata? Ho spiegato perché è diventato capitano. Il nostro lavoro è capire il suo fisico, con lui abbiamo optato per un altro lavoro perché è un giocatore potente e pesante. Gli obiettivi si possono raggiungere attraverso varie strade, ora serve a lui come a tutti il ritmo partita”.

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