Torna la condizione fisica, torna la vera Fiorentina. Belotti uomo squadra, Arthur e Jack insieme un’idea da portare avanti. A patto che…


di Stefano Borgi

Avviso ai naviganti, come disse un famoso Presidente della Repubblica (Scalfaro): “Io non ci sto!!!” Non ci sto a dire che questa era una Lazio stanca, fragile, demotivata. Non ci sto a dire che è stata la peggiore Lazio della stagione. Non ci sto a dare più demeriti ai biancazzurri che meriti ai viola. No, io non ci sto. La Fiorentina ha giocato una partita praticamente perfetta (fatta salva l’azione che ha portato al vantaggio laziale) frutto del solito (ed ormai proverbiale) sbilanciamento offensivo. Italiano ha dato una lezione di calcio, non solo a Sarri, ma a tutti i suoi detrattori. I viola hanno per di più dimostrato che quando la condizione fisica li sorregge, può battere chiunque. Condizione fisica che si rivela ancora più importante di quella mentale. E del resto togliete a qualsiasi squadra i tre migliori calciatori della rosa (Arthur, Bonaventura, Nico, più Dodò quattro) e poi vediamo quali sono i risultati. Quindi, nella speranza che non ci siano altri intoppi, la vittoria sulla Lazio di questa sera può davvero rappresentare un nuovo inizio. Gennaio ed il mercato sono alle spalle, ricominciamo a parlare solo di calcio e vedrete che (forse) le cose si sistemeranno.

ANDREA BELOTTI: contro la Lazio non ha segnato, ma ha fatto vedere cosa vuol dire per un undici avere o non avere un centravanti. Stasera il gallo è apparso un vero e proprio uomo squadra: ha lottato, sgomitato, aperto spazi, ha preso un palo, propiziato il pareggio di Kayode e procurato un rigore. Può bastare? E come dicono quelli bravi? Le squadre le fanno giocare bene i centravanti, in entrambe le fasi. Ecco, il Belotti visto contro la Lazio conferma in toto questa tesi, e del resto non si fanno più di cento gol in serie A per caso…

LA STRANA COPPIA: stiamo parlando di Arthur e Bonaventura. È nata anche per la necessità di far giocare Beltran trequartista, e allora che ti inventa Italiano? Quello che in gergo si chiama il “double pivot”, praticamente un doppio perno, un doppio facitore di gioco, che aggiunge qualità e fantasia al centrocampo. Nondimeno toglie filtro e copertura al centrocampo stesso. Quindi qual è il segreto? Che la condizione fisica della squadra sia ottimale, altrimenti due tecniconi in mezzo al campo si reggono male, ed allora è meglio cambiare. E coprirsi. Proprio la critica che è stata fatto più volte ad Italiano: inutile continuare a pressare, attaccare, proporre scriteriatamente gioco, se la squadra non ce la fa. Se ha problemi di condizione. Al contrario è giusto osare, rischiare, se la condizione fisica cresce, migliora. Come si è visto stasera contro la Lazio. Quindi l’esperimento della strana coppia Arthur-Bonaventura, a nostro parere, deve andare avanti. Ad Italiano capire se e quando fermarsi. Quantomeno limitarsi. Ce la farà? Ai posteri (alla partita contro il Torino) l’ardua sentenza…